[NTF6] La seconda settimana: “La notte di Scrooge” e “La classe”

di / 20 giugno 2013

Continua il Napoli Teatro Festival: abbiamo scelto di seguire uno spettacolo molto giovane, che ha bisogno di tanti rimaneggiamenti per poter decollare definitivamente, e l’ultimo lavoro di Garella, forse il momento più alto del NTF6.


La notte di Scrooge – Petraio Produzioni (Fringe Festival)

Marco Mario De Notaris adatta A Christmas Carol di Charles Dickens per mettere in scena uno spettacolo per tutta la famiglia. Niente di così complesso né sofisticato ma semplicemente un lavoro fatto di piccole cose, una produzione low budget per raccontare la storia di Scrooge, un uomo di affari molto avido, e della sua famosa notte abitata dagli spettri del natale passato, presente e futuro. Il risultato è un lavoro godibile, molto carino, con alcune intuizioni divertenti – gli spettatori accompagnati sin dentro la storia – ma una recitazione, talvolta, sopra le righe. Niente di sconvolgente, certo, ma a volte il pubblico a teatro ha bisogno anche di abbandonare i propri fantasmi per divertirsi senza troppe pretese.


La classe – Nanni Garella

L’ultimo lavoro di Nanni Garella con il gruppo di pazienti psichiatrici “Arte & Salute”, è probabilmente l’evento più emozionante di un festival con alti e bassi. Non si tratta né di una riduzione né di un adattamento de La classe morta di Tedeusz Kantor ma, anzi, trattasi di un vero e proprio tradimento. De La classe morta restano i banchi di scuola, i vecchi-bambini con il proprio manichino, simbolo del proprio Io sdoppiato, di una vita ormai passata.

Resta anche la narrazione frammentata – in questo Garella è fedelissimo a Kantor – e lo sguardo sul passato. Ma, per il resto, La classe è un favoloso tradimento, come si accennava all’inizio. La messa in scena è ciclica, ricorda la stanza vuota di Tango di Zbigniew Rybczyński che si riempie, poi, di tanti personaggi e di azioni reiterate fino all’ossessione. Rybczyński metteva in scena, attraverso un bellissimo corto d’animazione, la ciclicità della vita come se fosse un tango, Garella, invece, adopera un valzer per far rivivere la classe.

Un lavoro intelligente, intenso, sull’essenza dell’uomo, su quel che diventa e quel che non è mai stato. La classe morta, però, alla fine, colpo di scena, è più viva dei vivi, metafora anche di una situazione teatrale italiana ormai morta, che “rinasce” ingabbiata solo all’interno di canoni prestabiliti.

Garella ha saputo individuare, ancora una volta, nel gruppo di pazienti di “Arte & Salute” la sua classe di attori, materia vivente che non plasma a modo suo ma che, anzi, rende partecipe, da buon regista qual è, di un tableau vivant kantoriano. Lo spazio diventa memoria, non ci sono i formalismi di un certo teatro di rappresentazione e, alla fine, è l’esperienza degli attori a venire fuori, prepotente e magnifica. 

 

Napoli. Teatro Festival Italia
dal 4 al 23 giugno 2013

Consulta qui il programma completo del festival.

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