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Libri

La fiaba anomala di
Davide Franchetto

A proposito del racconto lungo “L’attesa”

di Luigi Buttiglieri / 6 ottobre

La perdita della fanciullezza e della sua capacità immaginifica fanno sì che molti degli adulti tendano a guardare a quell’età come a un “Eden perduto”. Anche Davide Franchetto tratta velatamente tale tematica nel racconto lungo L’attesa (Autori Riuniti, 2020), che assume i contorni di una (inconsueta) fiaba dai contorni decisamente indefiniti: i luoghi dell’ambientazione sono boschi, campagne, cascine e case abbandonate di un luogo imprecisato come accade in tante altre fiabe, gli spazi temporali non vengono determinati, i protagonisti sono due ragazzi che si imbattono in svariate peripezie, alcune delle quali si rivelano allusioni metaletterarie indispensabili da riconoscere al fine di pervenire alla comprensione della vicenda.

Poche altre le similitudini con uno dei generi più amati dai bambini. La vicenda si apre in medias res, giacché nulla è dato conoscere sui due protagonisti, denominati semplicemente mediante i pronomi personali di terza persona Lui e Lei; come avviene nei romanzi verghiani, il lettore imparerà a conoscerli gradatamente, attraverso i pochi indizi che di loro trapelano dal racconto. Anche le motivazioni del loro agire risultano alquanto misteriose: cercano qualcosa, che deve passare (verbo che sovente ricorre).

La ricerca, l’attesa si rivela il filo conduttore che guiderà i protagonisti e, al contempo, farà interrogare e appassionare i fruitori del libro. Il mistero riguarda inoltre l’atteggiamento, ai limiti della ferinità, di Lui e di Lei, nonché le motivazioni per cui i due abbiano una evidente predisposizione per la natura, aspetto che si pone in palese contrasto con la diffidenza nei confronti dei vari esseri umani incontrati, dai quali rifuggono.

Ad accrescere l’enigma del racconto si aggiungono gli altri personaggi, privi di un nome proprio, apparentemente in preda a un delirio collettivo oppure strampalati e imperscrutabili, e le continue ellissi narrative, sapientemente adoperate dallo scrittore.

In questa sede, non daremo la chiave interpretativa del mistero, la cui risoluzione sarà nondimeno agevole per il lettore attento, attraverso gli “indizi” disseminati durante la lettura. Si può semplicemente annunciare che la divergenza di opinioni tra Lui e Lei, il cui rapporto diventa sempre più problematico durante il racconto, lascia trapelare, presumibilmente, la tensione nell’animo dell’uomo di ogni luogo e di ogni tempo che vorrebbe rivivere i tempi spensierati della giovinezza, pur sapendo bene che essi sono destinati a non fare ritorno; a tal fine, la forma narrativa della fiaba si rivela decisamente appropriata grazie ai suoi contorni spazio-temporali indefiniti.

Anche la scelta narrativa di adoperare un lessico semplice e una sintassi paratattica, come si addice al ragionamento e all’eloquio caratteristici dei ragazzi, si configura come un tentativo riuscito di permettere l’immedesimazione del lettore nei panni di Lui e Lei.

La scelta di Autori Riuniti di dare una pubblicazione autonoma al racconto lungo di Franchetto denota una scelta coraggiosa nonché, possibilmente, lungimirante: non era semplice scrivere una “fiaba anomala” tale da convincere e far riflettere anche gli adulti.

(Davide Franchetto, L’attesa, Autori Riuniti, 2020, pp. 49, euro 6, articolo di Luigi Buttiglieri)