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The Pills: a tu per tu con Luca Vecchi

di Giulia Martinis / 30 ottobre

«Ciao Ma’, esco!» «E dove vai?» «Devo incontrare i The Pills!» «E chi so’?» Non ho avuto tempo per rispondere a mia madre, visto il ritardo e il pensiero di dover percorrere la Tuscolana di pomeriggio. A dire la verità ne ho incontrato solo uno dei The Pills, Luca Vecchi, quello alto con gli occhiali, tra i rumori degli aerei in atterraggio verso Ciampino e l’insistenza di un venditore ambulante di calzini di spugna.
Luca: Sì, purtroppo eravamo già amici. In realtà siamo più di tre, siamo quattro, cinque, tipo i Monty Python, però gli altri due preferiscono dedicarsi ad ambiti professionali più sicuri, mentre noi stiamo cercando di renderlo un lavoro autoriale autentico.
Giulia: I tre sarebbero…
L: Io, Luigi e Matteo saremmo il nucleo creativo, poi ci sono Mattia e Dario, Federica, Serena, Melissa… A seconda di chi si presta di più per lo sketch in questione. In totale abbiamo 562 anni come i Puffi, in media 26, 27 anni.

Insomma sparavamo un sacco di cazzate e un giorno mi hanno regalato questo blocchetto che si chiama «How High Am I?», cioè «Quanto sto fatto!», dove annotavo le cazzate che uscivano fuori, quelle più realizzabili. Quelle più divertenti ho cercato di metterle in pratica: il compromesso era trovare un ottimo connubio tra fattibilità e divertimento nella fruizione. Ho scritto un sacco di cose che sono rimaste nel cassetto. Mi piacciono film come L’alba dei morti dementi, kolossal in chiave comica. Quando ho preso coscienza di non poter realizzare una sparatoria, anche per ridere, mi sono rifugiato nella scrittura. Ho pubblicato un libro di racconti assurdi che nessuno ha letto e poi ho deciso di mettere in pratica delle gag, delle pillole da mettere sul web. Mi è partita l’idea e ho cercato appoggio, si sono uniti i miei amici e siamo cresciuti sia dal punto di vista della ponderazione, che della pianificazione e della realizzazione.

G: Comunque avete facce che funzionano…
L: Sì, fino a adesso ha funzionato! Luigi vorrei vederlo in Squadra Speciale Kobra 11, mentre Dario è il Jim Carrey di Roma sud, mi piacerebbe utilizzarlo più spesso se solo si prestasse…
G: Recitate parti o è improvvisazione?
L: Ultimamente ci stiamo focalizzando un po’ di più sul rispettare le battute scritte, specie da quando siamo in un contesto televisivo, dove non puoi improvvisare molto. A livello tecnico giro ancora con la macchinetta con l’ottica base che compri da Media World. Abbiamo scelto il bianco e nero perché illuminare un interno in maniera efficace è un problema. Nei telefilm, nelle sitcom gli appartamenti dove si gira non hanno una planimetria regolare, sono girati in stanze che non sono quadrate, rettangolari, le pareti si spostano. Girare in uno spazio angusto è più un problema.

Da subito ci siamo piazzatisu YouTube, senza pensarci, non c’era l’obbiettivo di fare molte visualizzazioni, anche perché nemmeno adesso ne abbiamo tante. Uno come Willwoosh ne ha miliardi. Freaks! è tecnicamente impeccabile, a mio parere.
G: Ormai gli youtubers vanno di moda!
L: È una sorta di gavetta anche questa.

Ci hanno censurato pure su YouTube, abbiamo il parental control, devi fare l’iscrizione per vederci, questo forse inibisce la componente virale. Nessuno si può prendere la libertà come gli americani che fanno South Park e si beccano le querele e non gliene frega un cazzo a nessuno, la censura non esiste. Il passaggio su media canonici, come la televisione, un po’ nuoce, ti obbliga a ridimensionarti, a rientrare in una certa tipologia di canoni. Noi spingiamo per una comicità irriverente però non siamo nessuno, non possiamo dire tutto quello che vogliamo, o per lo meno ancora. La scorrettezza fa parte un po’ della nostra poetica e quindi la censura va a minare quello che siamo, la nostra creatività. Però assicuriamo che la seconda stagione sarà la cosa più scorretta, più blasfema e più bastarda che possa mai essere stata escogitata da mente italiana.
G: Mi hanno insegnato che per scrivere bene bisogna scrivere di quello che sai. I vostri sketch parlano di situazioni vissute da tutti come l’amore ai tempi dell’Erasmus e altre cose del genere…
L: Prendiamo ispirazione dalle cose che ci succedono, citiamo posti di Roma che fanno appello a un background comune che condividiamo.
G: Mi hai messo talmente in soggezione che ho nascosto la mia Smart!
L: Vabbè almeno non c’hai le Hogan!

G: Fabio Volo l’avete mai incontrato?
L: No in realtà non ci siamo ancora riusciti! Noi avremmo voluto girare l’ultima puntata con Fabio Volo, ma non c’ha mai risposto!
G: Dai, io qualche libro suo ce l’ho!
L: Ahia!! Ti confesso del disagio…
G: La Banda di Roma Sud?
L: Davvero un cazzo di film, ultimamente lo stavo riguardando… due palle! No? S’accolla un po’! La collaborazione con gli attori della serie di Romanzo Criminale è nata grazie a conoscenze varie e si sono offerti per fare un piccolo cammeo. Anche Dodò, che però è stato più difficile reperire, è passato dall’altra parte, c’ha una villa all’Olgiata, fa il produttore. In Italia non c’è molto questa cosa che l’attore serio del cinema si prenda in giro e si presti a collaborare a cose comiche e irriverenti.

G: La chiamata di Deejay?
L: Avevano uno spazio da riempire su Deejay e ci hanno chiamato. In realtà il format era un po’ diverso, doveva essere una cosa di fiction, si è definito in un lasso di tempo che praticamente è arrivato fino a ieri, anzi si sta ancora definendo. Si definisce in itinere!
G: Ma il tuo accappatoio?
L: È rimasto a Milano! Volevo fare una citazione sia da Lebowski che da Santa Maradona, l’uomo accappatoio che vive dentro casa per sfuggire alle responsabilità.
[Late Night with The Pills, tutte le sere su Deejay Tv alle 23:30, ndr]
Intanto si è fatto tardi e Luca deve scappare, grazie del caffè. Vediamo se adesso ci sono riuscita a spiegare a mia madre chi sono i The Pills. Se non ce l’ho fatta andate sul loro canale di YouTube!