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Cinema

[Oscar 2013] “Il lato positivo” di David O. Russell

di Luigi Ippoliti / 18 febbraio

Il lato positivoSilver Linings Playbook, diretto da David O. Russell, tratto dal libro L’orlo argenteo delle nuvole di Matthew Quick, già vincitore del Premio del Pubblico al Toronto Film Festival e candidato a otto premi Oscar, tra cui miglior film, miglior attore e migliore attrice protagonista e non.

Pat Solano (Bradley Cooper) esce dopo diversi mesi da un istituto psichiatrico: il suo disturbo bipolare si è abbattuto violentemente su Nikki (Brea Bee), moglie fedifraga, e soprattutto sull’amante di lei, insegnante e suo ex- collega. Non ha più una casa, un lavoro. Torna a vivere con i genitori (Robert De Niro e Jacki Weaver) con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Nonostante tutto, non ha mai perso la speranza di tornare con Nikki. Vuole dimostrarle di essere in forma, va a correre tutti i giorni con un sacco della spazzatura addosso per sudare di più; vuole farle sapere che è cambiato, che è pentito di quanto è accaduto e che il loro amore supererà ogni cosa. Un’ordinanza restrittiva, però, fa si che non le si possa avvicinare. Durante una cena a casa di amici, conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), sorella di un’amica di Nikki, ballerina e giovane vedova che ha cercato di colmare l’assenza del marito andando a letto con tutti i colleghi di lavoro. La loro fragilità li avvicina e lei gli propone di aiutarlo: consegnerà a Nikki la lettera che lui le ha scritto, ma in cambio lui deve farle da partner in una gara di ballo.

Pur reggendosi su uno svolgimento degli eventi fin troppo classico (l’innamoramento dei protagonisti che si manifesta solo alla fine, mentre allo spettatore è chiaro fin da subito) e su alcune scelte piuttosto facili, come la rivincita, durante la gara di ballo, dei protagonisti e del mondo che ruota loro intorno nei confronti di tutti gli altri e della società che non li ha mai capiti, Il lato positivo ha i propri peculiari punti di forza. Oltre al tema del “cavare qualcosa di buono da ogni situazione, anche dalla più complicata” ripresa dal titolo originale che fa da traino comune, il film è abile nella descrizione dei rapporti interpersonali, nel saper far trasparire un parallelismo tra l’atteggiamento di Pat e di suo padre verso la realtà su quanto gli avvenimenti siano gestiti dal caso, dalla volontà, o per alcuni dalla scaramanzia, che ogni tanto viene confusa con la volontà, vero e proprio motore del film, e di come e quanto ognuno di noi possa influire su di essa. E mentre Pat fa materialmente di tutto per tornare da Nikki, mentre è Tiffany ad avvicinarsi, suo padre passa le giornate scommettendo sui Philadelphia Eagles, squadra di football locale, pensando di incidere in maniera netta sui risultati delle partite posizionando i suoi innumerevoli telecomandi in una certa direzione, usando un certo fazzoletto sempre allo stesso modo, costringendo tutti quanti a guardare la partita e a concentrarsi. Una specie di dualità ragione/fede, per quanto possa sembrare assurdo, calata nei gesti del quotidiano.

Ottimo il cast: Bradley Cooper,  nel doppio ruolo di attore e produttore, Jennifer Lawrence, alla sua seconda nomination a soli ventidue anni dopo Un gelido inverno, Robert De Niro, che non riceveva unna candidatura dal 1992 con Cape Fear e  Jacki Weaver, candidata all’Oscar per la seconda volta dopo Animal Kingdom. Eccessive, forse, le otto candidature agli Oscar: l’impressione è che ne sarebbero bastate quattro.

(Il lato positivo, di David O. Russell, commedia, 2012, 117’)