Flanerí

varie

Conversazione con Demetrio Brandi

di Diego Rossi / 27 marzo

Demetrio Brandi, giornalista e sociologo, è il presidente dell’Associazione LuccAutori che ospita narrativa, umorismo,  mondo giovanile e cinema italiano. È l’ideatore del concorso Racconti nella rete, che giunge quest’anno alla sua decima edizione e che si conclude con la pubblicazione dei 25 migliori racconti in un’antologia edita da Nottetempo. Ecco l’occasione di conoscere il suo pensiero attraverso alcune domande:

Demetrio Brandi crede nel genere del racconto, spesso lottando duramente, perché?

È una bella palestra per chi si cimenta nella scrittura creativa. E poi dai racconti brevi possono venire fuori i romanzi di domani.  Tra l’altro i  racconti che vengono accettati  in concorso  sono tutti sul sito www.raccontinellarete.it  e  aspettano di essere  commentati. 

Qual è il ricordo più lieto, la soddisfazione più grande e quale il momento più difficile vissuto fino ad oggi, dirigendo LuccAutori?

Nel 2001 non avendo a disposizione una struttura pubblica e pur di fare la rassegna abbiamo montato una grande tecnostruttura in piazza Anfiteatro a Lucca. È stata dura ma alla fine abbiamo stretto i denti e siamo arrivati fino in fondo.  Devo dire che questo premio l’ho ideato per dare una vetrina agli scrittori emergenti ed ogni anno la più grande emozione la vivo incontrandoli per la prima volta a Lucca.  È sempre una grande soddisfazione per me  e  che credo anche per loro.

Come è nata l’iniziativa  di Racconti nella rete?

Organizzavo da alcuni anni LuccAutori, dando spazio ai grandi nomi della letteratura. Ma come avevo già fatto in passato per i giovani cantanti, organizzando dei festival musicali, ho voluto dare spazio agli emergenti. E visto che il web stava entrando nelle case di tutti ho creato il sito ed è iniziata l’avventura. Il premio è partito subito bene perché abbiamo trovato un partner d’eccezione come la Newton Compton.  Ed a questo proposito devo ringraziare i collaboratori della prima ora,  che mi seguono tuttora;  Elena Marchini, Luca Crocetti e Beatrice Raveggi.

C’è un racconto dell’antologia 2010 che ti ha colpito particolarmente? Perché?

È difficile rispondere a questa domanda. Ce ne sono alcuni a sfondo sociale che mi hanno particolarmente colpito. Ma desidero che sia il lettore a dare il giudizio definitivo. 

Quali saranno le novità del 2011, potresti fornirci qualche anticipazione?

Siamo giunti alla decina edizione e quindi c’è grande attesa. Poi nell’ambito di LuccAutori  vedrete una bella mostra  d’arte contemporanea dedicata ai grandi Carducci, Pascoli e Collodi.  Non dimentichiamoci poi della bella novità dei Corti, il premio riservato ai cortometraggi che lo scorso anno ha visto la realizzazione di un corto premiato al festival del cinema di Bari.

Baricco, in Novecento, uno dei migliori romanzi di confine, nel senso che per lunghezza e per stile può essere assimilato a uno splendido e  lungo racconto, scrive: "Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla.", nel panorama editoriale italiano è davvero così?

È sempre più difficile arrivare alla pubblicazione.  Però ci sono dei giovani editori che cominciano a dare spazio a chi se lo merita. Cerchiamo di essere ottimisti e difendiamo i nostri libri  di carta. 

Leggi la recensione di Racconti nella rete