“La mano di Fatima” di Ildefonso Falcones

di / 15 luglio 2010

Dopo l’enorme successo e gli oltre quattro milioni di copie vendute de “La cattedrale del mare”, è uscito nelle librerie italiane “La mano di Fatima” (Longanesi, 2009), il nuovo romanzo di Ildefonso Falcones, consacratosi ormai quale maestro del thriller storico. Cambia l’ambientazione, cambiano il periodo storico, i personaggi e le situazioni, ma rimangono l’intrigo, la lotta, la passione e l’amore, ingredienti ideali per un libro che si presenta più ambizioso del precedente, anche per il suo messaggio di tolleranza religiosa.

Siamo nell’Andalusia del XVI secolo. Hernando, giovane morisco nato dallo stupro della madre Aisha da parte di un prete cristiano e, perciò, considerato una sorta di bastardo mezzosangue, sopporta il peso del suo essere “diverso”, sospeso com’è tra mondo cristiano e mondo musulmano.

Ma l’improvvisa rivolta delle Alpujarras, dopo anni di vessazioni e soprusi subiti dai moriscos, offre al giovane la possibilità di riscattarsi attraverso il coraggio, il valore e il proprio ideale di libertà sociale. Hernando si rivela, sin da subito, un valoroso combattente, riuscendo ad entrare persino nelle grazie del re di Granada e Cordoba. L’amore, irto di avversità, per Fatima, la ragazza dagli immensi occhi neri, vera e propria incarnazione dei pilastri della cultura araba nel suo insieme, sarà una ragione in più per lottare fino alla fine, in nome del suo popolo e della donna amata.

Quarant’anni di storia spagnola, ricostruiti da Falcones con minuzia e precisione. Ma, soprattutto, colpi di scena improvvisi, intrighi insospettabili, amori perduti e poi ritrovati. Tutto questo in poco meno di mille pagine, figlie di un lavoro di scrittura durato circa tre anni. L’autore catalano, ancora una volta, mantiene fede alla sua promessa di regalare ai propri lettori un momento di fuga dalla quotidianità, per immergersi in un racconto appassionante e mozzafiato. Un modo di scrivere che trova nell’azione il vero motivo della sua essenza, come sostiene lo stesso Falcones: “La gente può leggere dieci o quindici pagine al giorno e desidera che in queste quindici pagine si comunichi altro. Non vuole che l’autore si perda nel lirismo né vuole dover rileggere più volte le pagine per poter seguire il filo della narrazione”.

Ma “La mano di Fatima” non è solo un romanzo di grande intrattenimento, capace di far emozionare il lettore fino all’ultima pagina. Il messaggio di tolleranza tra religioni di cui si fa messaggero, in un periodo di contrasti come quello attuale, pone l’accento su uno degli aspetti più importanti del nostro vivere civile, proprio nell’anniversario della cacciata dei moriscos dalla Spagna. Un libro storico, dunque, ma di enorme attualità.

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