Cosa nostra. Uomini d’onore

di / 26 maggio 2011

La presentazione del libro di Fabio Iadeluca “Cosa Nostra. Uomini d'onore”, svoltasi nel pomeriggio di giovedì 19 maggio presso la sede di Roma dell'Università degli studi e-Campus, è stata occasione per un'interessante dibattito sulla mafia e più in generale sul problema della lotta alla criminalità organizzata nel nostro Paese.

Dopo i saluti d'apertura di Fiorella D'Angeli, Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università e-Campus che parafrasando una celebre frase di Cavour ha fatto un appello a che possa esserci una “Libera Università in libero Stato” hanno offerto il proprio contributo alle discussioni esperti di diversa competenza: il Dott. Saverio Mannino, Presidente di Sezione della Suprema Corte di Cassazione, il Dott. Giancarlo Capaldo, Procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, il Dott. Giuseppe Fausto Milillo, Presidente della Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo e il Prof. Alfredo Arioti Branciforti, già magistrato della Corte di Cassazione e docente di Diritto processuale penale presso l’Università e-Campus. Moderatore dell’incontro il giornalista Pino Nazio il quale, nel volume di recente pubblicazione “Il bambino che sognava i cavalli”, ha raccontato  uno dei più atroci delitti espletatesi per mano mafiosa, quello del piccolo Santino di Matteo. Il libro di Iadeluca- ha affermato Nazio nella sua introduzione- “si articola in una serie di libri nel libro e consta di un’impostazione originale rispetto alla nutrita schiera di ricerche esistenti sull’argomento dato che si compone di un approfondita parte storica, di una parte in cui vengono enunciate una serie di tesi a cui rispondono magistrati e Professori universitari, di una dettagliata cronologia oltre che di un appendice in cui sono riportate alcune “biografie eccellenti” di alcuni “uomini d’onore”.

Per il Presidente Saverio Mannino il problema della grande criminalità organizzata influisce per forza di cose sulle scelte politiche e l’emersione e la visibilità del fenomeno mafioso, ha dimostrato la storia, varia a seconda dei periodi perché legato alle azioni repressive messe in campo dallo Stato. Invece il Procuratore Giancarlo Capaldo, alla domanda “qual è la conclusione che può trarsi dal punto di vista del rapporto esistente tra mafia e politica” ha affermato che oggi emerge un fatto preoccupante: la Mafia esporta la sua “formula vincente” per imporre la propria volontà dai suoi territori d’origine non solo in tutta Italia, ma anche nel resto del mondo. Si ha in sostanza l’esportazione di un fenomeno che è criminale e politico al tempo stesso, esportazione che non si riduce alla mera trasposizione fisica ma che divine parassita delle risorse di quei territori. La politica nei Paesi mafiosi tende purtroppo a divenire assistenzialista: è questo che dà forza all’organizzazione criminale. Da qui un terribile monito del Procuratore Capaldo : “il pericolo è che se nel mondo la mafia è diffusa capillarmente tutti noi in fondo è come se pagassimo un pizzo virtuale per l’imperialismo mafioso” e da questo punto di vista il libro di Fabio Iadeluca ci offre come un flash che consente di introdursi nel fenomeno mafioso e farci comprendere che Cosa nostra è ovunque e la mafia ci riguarda un po’ tutti”.

L’intervento del Presidente della Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo ha invece offerto ai presenti una carrellata storica, rafforzata nelle parole dalle proiezioni di immagini d’archivio, dei più orribili crimini mafiosi compensati però dalle grandi vittorie dello Stato sulla mafia stessa avutesi anche grazie all’azione di tutte le forze dell’ordine. Partendo dall’orribile strage di Ciaculli, in cui il Presidente Milillo ha voluto condividere con i partecipanti i suoi tristi ricordi di bambino, passando per omicidi e stragi note e meno note che hanno colpito magistrati, giornalisti, uomini di stato ma anche persone che niente c’entravano con la mafia e che ebbero la sventura di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, egli ha tuttavia tenuto a sottolineare come queste violenze esistessero anche prima e come purtroppo ci sono state anche dopo le uccisioni di Falcone e Borsellino ma che, allo stesso tempo, continuino anche le vittorie “dei buoni sui cattivi”. Ed è proprio con l’immagine esclusiva di una di queste -la foto del boss Provenzano che firma il verbale d’arresto-  e con una constatazione ottimista, pur nell’amarezza del ricordo dei crimini mafiosi, che “il nostro Paese ha una grande magistratura, grandi forze di polizia, e che è in corso una grande ribellione della società al cancro mafioso” che si è concluso l’intervento del Presidente Milillo. A seguire gli interventi del Prof. Alfredo Arioti Branciforti e dello stesso Fabio Iadeluca autore del volume  “Cosa Nostra. Uomini d’onore” che è stato il fulcro del pomeriggio di studio e dibattito all’e-Campus di Roma.

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