“Chi non muore” di Gianluca Morozzi

di / 7 ottobre 2011

Duecentosettantotto pagine divorate in una manciata di ore: questo è l’effetto che fa Chi non muore, il romanzo “un po’ giallo un po’ nero” di Gianluca Morozzi.
«Quando si sta per morire, la vita ti scorre davanti», e Angie nei suoi ultimi istanti riavvolge il nastro facendoci immergere in un intrigante flashback: «Proprio adesso che ho scoperto chi è che ha ucciso quei ragazzi, otto anni fa».
In una Bologna studentesca, contemporanea, dove la vita è cara e il mood decisamente anticonformista, Angie, giovane studentessa fuori sede e aspirante cantante, si addentra nel giallo della morte di tre musicisti di una band bolognese che alla stessa ora del 16 aprile 2003 uscirono in fretta da case diverse dopo aver ricevuto una telefonata ciascuno.
È con Lucio, suo migliore amico gay «che fa allegria solo a vederlo», che si confida, che indaga e fa congetture, inventando gli stratagemmi più stravaganti per arrivare dove desidera: una Angie «da un lato principessina e dall’altro rocker», spesso «Minigonnata, truccata e indubbiamente gnocca», «col rossetto sapiente sulle labbra alla Jolie»,che all’occorrenza sa farsi «Angie la Meccanica»,«Angie Piccola Fiammiferaia»,«Angie Prostituta Compiacente»,«Angie Rock Lolita» o «Angie Piccola Detective».
È una protagonista dal ritmo sessualmente intenso e vario che, tra birre, amplessi, sala prove e curiosità, un giorno incappa davanti a una porta chiusa da cui si diffonde la malinconica musica stile progressive di un uomo, Mizar.
Se ne innamora prima ancora di vederlo, ascoltando la «lentissima sinfonia eseguita con delicatezza» alla tastiera, che poi «diventa più rumorosa e più veloce, rumorosa e veloce» e lei comincia «a sudare (…) – mioddio! – , e la melodia continua più forte e più veloce, i battiti del cuore accelerano in sintonia con la tastiera (…) e quando sembra che non sia possibile suonare più forte e più veloce di così tutto esplode in un FORTISSIMO che non… Wow. Be’, se il musicista misterioso sta componendo una sinfonia intitolata “Orgasmo in Si bemolle”(…) gli sta riuscendo proprio bene».
Il fortuito incontro con Mizar, unico superstite della strage, sarà per Angie il filo conduttore dell’oscuro caso. D’altronde «Lucio lo dice sempre (…): “Angie, a te non piace vivere, a te piace ficcarti nelle trame complicate e torbide”».
Infatti Angie entrerà in un labirinto inquietante, in cui scoprirà una Bologna «modulare, con angoli  a scomparsa», fatta anche di armadietti di metallo e soffitte. Un mondo di cui figura enigmatica sarà Valentina, una «gattaccia sorniona» con sigarettine «da aristovacca, ovvero da nobildonna annoiata che ama accoppiarsi con le maestranze nel fienile».
E quando il mistero si fa ancora più denso di prima, ecco un clamoroso colpo di scena. Un finale progressive, imprevedibile, come le melodie di Mizar.
Se a contare sono i fatti e se consideriamo la velocità con cui questo romanzo si legge, Gianluca Morozzi ha prodotto un’opera esteticamente perfetta: una capacità narrativa da lode con cui fa parlare la protagonista in prima persona, attribuendole un linguaggio scorrevole ed estremamente attuale fatto di descrizioni creative e pungenti dei vari personaggi e  punti di vista corrispondenti a quelli di una ventiduenne di quel tipo.
Soltanto alcuni passi rivelano che dietro ad Angie si cela Morozzi, ma anche quelli concorrono a rendere completa l’opera: essendo un romanzo a tinte estreme, un po’ rock e un po’ punk, è giusto che il punto di vista femminile, nel luogo comune esclusivamente roseo e romantico, si “macchi” di quello maschile, andando a «creare la melodia perfetta» del Rock letterario.
E… occhio al proverbio, perché a volte “chi non muore”…

  • condividi:

Comments

News

effe

“effe – Periodico di altre narratività” numero dieci

“effe – Periodico di altre narratività” numero dieci

Archivio