La collana principale di Playground

di / 17 maggio 2013

Per il secondo appuntamento di DietroLeQuarte del mese di maggio, dedicato a Playground, vogliamo soffermarci sulla collana principale che, con il nome coincidente a quello della casa editrice, dichiara la sua volontà di manifestare le scelte, gli obiettivi e le storie degli autori che sono diventati il fiore all’occhiello di questa piccola ma singolare realtà.

La collana si compone di quarantanove titoli e inizia il suo percorso nel 2004 con Bloody Europe! Racconti, appunti, cartoline dall’Europa gay, una raccolta di testimonianze, ricordi, avventure e luoghi che hanno protagonisti omosessuali che si incrociano per strada, nei locali, nei festival. Non è un caso. Con Bloody Europe! Playground prende parola e una posizione precisa, dichiara la sua sensibilità che, partendo dal mondo gay, si apre a storie di quotidiana tragicità (pensiamo al thriller Mimì di Sébastien Marnier), ma anche rivolte al passato e agli avvenimenti della storia europea più recente (l’ultimissimo Inclini all’amore della belgradese Tijana M. Djerkovic ripercorre le trasformazioni, le difficoltà, le contraddizioni della Jugoslavia socialista).

Tematiche forti quindi, attuali, realtà stridenti che non avremmo conosciuto altrimenti.

Scegliere di pubblicare nove libri l’anno, come Barbara Alberti ci ha ricordato, significa curare ogni copia con attenzione e senza tralasciare alcun dettaglio, come dimostrano le bellissime copertine (basti ricordare Il giardino perduto di Helen Humphreys e A cosa servono gli amori infelici di Gilberto Severini), le traduzioni, ma soprattutto la ricerca e la selezione di autori, italiani e stranieri, ancora poco conosciuti nel nostro paese, ma le cui storie hanno colpito e ricevuto importanti riconoscimenti.
 

Tra questi, come sempre, ci preme consigliarvi tre titoli:
 

  • Un giovane americano, di Edmund White (2012), primo volume della straordinaria teatralogia autobiografica di uno dei più grandi scrittori americani viventi. Un romanzo di formazione efficace e diretto dove a una scrittura accurata è accompagnato un commovente realismo;
  • Il quaderno nero, di Michel Tremblay (2012), una storia appassionante e imprevedibile ambientata in Québec, con un improvviso colpo di scena che rivelarlo rovinerebbe la lettura del romanzo;
  • Inclini all'amore, di Tijana Djerković (2013), romanzo scritto e pensato in italiano, la seconda lingua madre della scrittrice jugoslava Tijana Djerkivić. Arianna Vukovic, grazie alla sua inclinazione all'amore e all'arte dell'affabulazione ereditata dal padre poeta, ricostruisce la genealogia di una famiglia tutta al maschile.
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