“Io so’ Carmela” di Alessia Di Giovanni e Monica Barengo

di / 3 luglio 2013

A sette anni dalla tragedia che ha segnato la fine della vita di Carmela Cirella e l’inizio per il padre, Alfonso Frassanito, di una lunga e insoluta battaglia per avere giustizia, esce un graphic novel che racconta la sua storia: Io so’ Carmela (Becco Giallo, 2013). Il fumetto, sceneggiato da Alessia Di Giovanni e illustrato da Monica Barengo, è basato sul diario della piccola Carmela, morta suicida il 15 aprile 2007 all’età di tredici anni.

La storia di Carmela è una storia di violenza, di abusi, ma anche di mala giustizia. Inizia nel  2005, quando la ragazzina, che all’epoca frequentava la seconda media a Taranto, confessa di esser stata importunata da un ufficiale della marina, tale Alfredo C., che viene denunciato e diffidato. Nonostante la diffida, Alfredo continua ad aggirarsi nei pressi della scuola di Carmela e, come è naturale, i familiari iniziano a controllarla di più, nel tentativo di proteggerla. Adolescente, ancora sul punto di affacciarsi alla vita e all’amore, Carmela si sente oppressa, ferita, diversa: dopo l’ennesima discussione con i genitori, il 9 novembre del 2006, scappa di casa.

 

   

 

Viene ritrovata quattro giorni dopo, traumatizzata e ammutolita, con i vestiti sporchi e strappati. È interminabile la serie di violenze subite da Carmela in un lasso di tempo così ridotto: viene abusata prima da due ragazzi minorenni e da un quarantaseienne pregiudicato, successivamente da due ambulanti siciliani di ventisei e ventisette anni. L’infernale odissea della ragazzina, però, non finisce qui. Una volta ritrovata dai genitori, sconvolta, decide di denunciare alla polizia gli abusi subite, specificando i nomi dei suoi aguzzini e i luoghi in cui si sono consumate le violenze. È l’inizio di un lungo e travagliato percorso nel baratro dell’indifferenza.

 

 

Per aiutare la figlia a riprendersi dopo il trauma subito, i genitori si rivolgono attraverso il Tribunale dei Minori al Servizio Sanitario e agli assistenti sociali. Un lungo colloquio con uno psicologo che la etichetta come “disturbata”, ed ecco che viene disposto il ricovero di Carmela in un istituto specializzato in casi di violenza familiare. Nel frattempo, i minori accusati di violenza sessuale vengono interrogati e confessano i fatti, pur giustificando le loro azioni con la consensualità della ragazza. I vestiti che Carmela indossava quando è stata ritrovata vengono restituiti alla famiglia senza essere sottoposti a perizia. A dicembre, Carmela entra nel Centro Aurora di Lecce: la prima visita dei genitori, prevista per l’indomani, avviene soltanto un mese dopo. Senza alcuna comunicazione né consenso da parte dei familiari, Carmela viene sottoposta a una cura a base di psicofarmaci (En, Haldol e Tolep). Le indagini della polizia, intanto, restano ferme.

Seguiranno l’espulsione di Carmela dalla scuola frequentata a Lecce, il trasferimento in un altro centro, il Sipario di Gravina, e i graduali solleciti da parte dei genitori per poter riportare a casa la figlia. La ragazza, però, è sempre più insofferente: il 14 aprile, mentre si trova a casa per il fine settimana, viene ricoverata in seguito a palpitazioni e difficoltà respiratorie, e viene dimessa dopo qualche ora; il 15 aprile, Carmela si suicida gettandosi dal settimo piano della casa di un’amica. A sei anni dalla sua morte, i suoi stupratori sono ancora in libertà, e tutte le persone connesse alla vicenda non sono state destituite né punite.

 

 

   

 

Come tradizione per la casa editrice Becco Giallo, Io so’ Carmela è un graphic novel di denuncia, un progetto toccante, non solo per l’atrocità della storia che racconta, ma perché vede la collaborazione di varie figure: in primis, il padre di Carmela, Alfonso Frassanito, che apre il volume con una commovente prefazione; Alessia Di Giovanni, che ha saputo trasferire i pensieri affidati da Carmela a un diario, ritrovato pochi giorni dopo la sua morte, in una sceneggiatura che unisce sapientemente narrazione e introspezione, illustrata dalla giovanissima Monica Barengo. Uno sfondo di tinte tenui e figure esili e delicate su cui dominano decisi il rosso e nero, con insolenza, con violenza, a denunciare, silenziosamente, quella reale.

A completare il volume – che prende il titolo dall’omonima associazione per la tutela dei diritti e della famiglia creata dai genitori di Carmela – la cronistoria della vicenda, che arriva fino ai giorni nostri, seguendo la battaglia processuale intrapresa da Frassanito in cerca di giustizia: l’ultima udienza per i tre maggiorenni sotto accusa si terrà il prossimo 12 luglio.

 

 

(Alessia Di Giovanni, Monica Barengo, Io so’ Carmela, Becco Giallo, 2013, pp. 160, euro 15)

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