“L’erba canta” di Doris Lessing

di / 24 ottobre 2013

L’erba canta è il titolo del romanzo d’esordio di Doris Lessing, premio Nobel per la letteratura nel 2007.

La narrazione della vicenda, ambientata in Rodesia negli anni Quaranta, si apre con un articolo di giornale che annuncia la morte di Mary Turner, una donna bianca, ritrovata assassinata nella veranda di casa. Sulla scena del crimine arrivano i poliziotti, il marito Dick e Moses, il presunto assassino nonchè “boy” della fattoria Turner. Questi si lascia ammanettare senza opporsi e il caso sembra risolto. Moses non mostra alcun segno di preoccupazione per la forca che lo attende; il suo volto impassibile ricorda il personaggio di Iago, che nell’ultimo atto dell’Otello afferma: «Demand me nothing; what you know, you know: from this time forth I never will speak word». [1]

Da questo silenzio prende avvio la vicenda personale di Mary con un lungo flash-back sulla sua vita che conduce il lettore alla ricerca delle ragioni profonde della tragedia. Reduce da un’infanzia infelice a causa di un padre alcolizzato e una madre isterica e astiosa, che riversa su di lei le frustrazioni, Mary lascia la campagna che le ha riservato solo umiliazioni e parte per la città. Qui si sente felice, eppure il tema della diversità comincia a delinearsi: Mary fatica a uniformarsi a una società che la vorrebbe moglie e madre. Si sposa senza convinzione per «per essere come le altre». Il matrimonio con Dick Turner, un piccolo agricoltore, la riporta gradualmente al punto di partenza:in campagna, in una casa squallida,con un uomo che disprezza. Proprio lei che aveva tentato, in ogni modo, di affrancarsi dal passato, si ritrova invischiata in una relazione senza futuro.

In queste dinamiche personali si inserisce il tema del conflitto razziale che trasuda da ogni pagina di scrittura. Lo spazio e il tempo scelti ci portano inevitabilmente ad affrontare temi scottanti e ancora molto attuali: il rapporto tra bianchi e neri in un contesto di disparità giuridica e ingiustizie in cui emerge il ruolo dell’uomo bianco sfruttatore. Mary, così cittadina, stenta ad accettareil contatto stretto con la natura, il veld africano, la vegetazione lussureggiante, il calore del sole rosso. In questo scenario incontaminato, paradossalmente,si sente soffocare e, oppressa, si rintana nel piccolo, squallido tugurio che si ostina ad abitare: «La boscaglia stava conquistando la fattoria, adesso che lei non era ancora morta […] sarebbe stata uccisa dalla boscaglia che l’aveva sempre odiata».

Il frinire ossessivo delle cicale, “rivoltanti” agli occhi di Mary, fa da colonna sonora al presentimento che aleggia in tutto il testo: «Era fatale che i Turner finissero male».
 

(Doris Lessing, Lerba canta, La tartaruga edizioni, 1950)

 

[1] Othello, atto V, sc. II [Non chiedete nulla, quel che sapete sapete. D’ora in avanti non dirò parola].

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