Indiana: il futuro è una terra di conquista

di / 11 febbraio 2014

Non sembrava una buona stella. Più che altro perché al tempo se ne avvistavano ben poche. Sicuramente non la migliore sotto cui battezzare un’impresa. Soprattutto quando quella stessa impresa si mette in testa di diffondere cultura. Anno difficile il 2011, lontano ettari e province dai fasti editoriali. Intorno si ululava “crisi”, lo si leggeva ovunque. Era lei (e forse lo è ancora) il primo titolo in classifica.

Eppure, a volte, la volontà non cala con le vendite. Ci vuole un “nonostante” per seminare strade. A volte è necessario giocare di rilancio. Così ha deciso Bernardino Sassoli de’ Bianchi e a febbraio, da una costola dell’Indiana Production, realtà indipendente operativa da otto anni nel campo della pubblicità e del cinema, fonda a Milano Indiana Editore. Punto di snodo di universi e direzioni.

Sotto quel tetto c’è posto per tanti. Si ospitano filosofia, grafica, musica, cinema e scrittura. Il risultato sono libri freschi, coraggiosi, «dalla personalità forte, tanto nei contenuti quanto nella veste grafica».

Copertine incisive, che (ri)conoscono e masticano le astuzie del linguaggio pubblicitario. E malgrado la situazione attuale, dopo tre primavere, non sia certo sovvertita rispetto agli esordi, malgrado il sovradimensionamento dell’offerta e il basso livello delle prenotazioni in libreria, si continua a proporre, si continua a scommettere.

Dalle parole dello stesso de’ Bianchi: «Noi cerchiamo e continueremo a cercare di far percepire al nostro lettore, e ai librai, che c'è una certa progettualità dietro a ogni nostra pubblicazione, e cercheremo sempre di più di includere dentro a questa progettualità delle logiche di “servizio” che permettano a chi ci segue, librai e lettori, di sapere cosa possiamo offrire loro».


Il catalogo, che conta all’appello diciassette titoli, è composto da tre collane:

– Schegge, frammenti luminosi, sprazzi di «saggistica provocante», perché s/deduce, perché genera e attrae altre domande e riflessioni, delineando prospettive spesso inaspettate. Tra gli autori pubblicati Mark Epstein e Paul Dirac.

– Tracce, una raccolta di storie snodate come colonne sonore, con musicisti pieni di romanzi e non solo di note. Sentieri in cui la musica ispira e respira le pagine narrate. Da segnalare Ben Greenman e Douglas A. Martin.

– I lucci, territorio di «letteratura pura», dove abitano voci giovani e possenti, predatrici d’acqua dolce, come l’animale scelto per nominare la collana. Tra gli scrittori di punta Clancy Martin, di recente uscita con Adulterio in America centrale, Lydia Millet e Marco Lazzarotto.


In una lista ancora snella ma destinata a rimpolparsi, il compito della selezione è stato certamente più rapido, ma non per questo meno divertente. E questo è ciò che ne deriva:

Il Cristo Zen di Raoul Montanari. Parallelismi e contaminazioni. Confronti brillanti tra Vangeli e brani zen, dove gli insegnamenti si mescolano assieme agli scenari, per accorgersi, forse, di una matrice comune, di una verità maggiore da cui poter sgorgare.

Mappe e leggende di Michael Chabon. Uno tra i nomi più potenti della scuderia Indiana ci accompagna attraverso i suoi orizzonti. Chi racconta deve essere il primo a saper viaggiare e in questo testo Chabon ci offre la sua bussola, le sue tappe e i suoi smarrimenti. Pellegrinaggio tra romanzi, fumetti e scrittori più amati. Tra i santuari delle sue passioni.

Dora di Lidia Yuknavitch. Indovinato esempio di “travaso storico”. Il caso freudiano di Dora, ritenuto irrisolto dallo stesso padre della psicoanalisi, contestualizzato nell’oggi ipermediatico e spettacolarizzato. Una diciassettenne problematica e fragile, schiaffata nell’arena dello show televisivo dal suo stesso terapeuta. Perché si sa che il dolore è carne da audience.

Con soli tre compleanni alle spalle, Indiana ha già gambe forti e curiose. E tante scoperte pronte per gli occhi. Che vedranno più lontano anche grazie ai suoi lettori.

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