Tutte le direzioni di Exòrma

Guida rapida di un editore in viaggio

di / 9 febbraio 2017

«Ora il titolo [ovviamente] non mi salta in testa, ma la casa editrice ha un nome strano, tipo esoterico…». Non nego che questo avventore, nella nebbia prometeica della sua richiesta, abbia trascorso con me almeno tre quarti d’ora, semi-appollaiato sul punto informazione di letteratura, rischiando di essere inglobato dalla stampante e sguinzagliando un’indagine al buio che neanche uno sciamano avrebbe saputo espletare con un guizzo di speranza. Ma alla fine il risultato è spuntato. E la misterica casa editrice in questione si è rivelata essere Exòrma edizioni.

Poi pensandoci bene, in quella fucina dell’assurdo che sono le richieste del cliente medio, qualcosa di vero c’è sempre. Perché Exòrma, fondata a Roma nel 2008, deve il suo battesimo al verbo greco έξορμάω, che consacra l’atto di salpare, mollare gli ormeggi e scegliere l’altrove.

E “l’esoterico” progetto della casa editrice è proprio strutturalmente legato al viaggio. Che sia etereo o sotterraneo, poco importa. La mèta è attraversare. Prendere e andare, cominciare a raccontare, disancorare gli occhi e camminare tra le storie.

«Divulgazione di alto profilo, di ergonomia grafica e tipografica, di artigianato delle suggestioni. Arte, letterature, letteratura di viaggio, saggistica, fotografia. Particolare attenzione alla fusione dei generi, agli aspetti antropologici, estetici, all’attualità dei temi sociali, ai temi della storia, della scienza e dell’arte». Sono queste le intenzioni programmatiche dichiarate da Exòrma sul proprio sito e ribadite dal direttore editoriale Orfeo Pagnani.

Ma la conferma più nitida è quella scagliata dal suo catalogo (che conta una decina di uscite all’anno), nutrito di collane profilate con mestiere:

Scritti Traversi, Molto più che semplice narrativa di viaggio. Contaminazioni di percorso, scavi e umori di passaggi, dove l’avventura è il canale dei saperi in transito. «Piccole storie vere spalancano finestre su grandi orizzonti della geografia, della fantasia, dell’esperienza, della contemporaneità»;

quisiscrivemale, collana di narrativa coraggiosa;

Perimetrie, collana ibridata, terra di mezzo tra narrativa e saggio, per veicolare contenuti scientifici e attuali;

– TAC – Tomografie d’Arte Contemporanea, curata da Michela Becchis, la collana è il frutto di un incontro speciale: quello fra un artista e un critico. Critici noti e artisti di rilievo internazionale. Dove il viaggio si fa scambio di visioni;

– Asterischi, pillole saggistiche a tematica sociale;

I viaggi senz’auto, sentieri inerpicati fino alle profondità del palato e delle sue suggestioni. Spostarsi a bordo dei mezzi pubblici per un piacere gustativo tutto privato;

Immagini. In movimento, diretta da Marco Maria Gazzano e rivolta a un’idea estesa di cinema, come modalità espressiva dell’era del “panvisualizzabile”.

Inoltre, a sigillo della sua identità plastica e sempre in flusso, Exòrma è casa editrice del Festival della letteratura di viaggio, ospitato ogni fine settembre a Roma, nello spazio di Villa Celimontana. E FestBook è la pubblicazione ufficialmente figlia di questa iniziativa.

Determinante attenzione è riservata anche alla grafica editoriale, atmosferica e impattante, e ogni libro è un invito alla partenza che si delinea fin dalla copertina, definita da Pagnani «una promessa da mantenere», una mano che sbuca dalla favola, per trascinarti dentro.

Girovagando per le proposte orbitanti, questa è la nostra selezione, le escursioni di trame dove è stato interessante sentirsi trattenuti:

La strage dei congiuntivi di Massimo Roscia. Romanzo multistrato, macedonia narrativa, paradosso brillante sulla penuria linguistica imperante. E poi altro e altro ancora.

Neve, cane, piede di Claudio Morandini. Un uomo alpino e burbero, che permette solo a un cane di bucare la sua solitudine. Montagna ruvida e oblio bollente. Romanzo comico e amarissimo.

Se Roma è fatta a scale, di Alessandro Mauro. Saliscendi semiserio sullo scroscio di gradini della nostra città. Settantasei testi per osservare Roma dall’alto e dal basso.

Ma tutto questo è solo un pretesto. Per leggere ancora, fermarsi quando serve e riprendere a marciare.

 

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