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L’ultimo saluto a Sergio Bonelli

di Irene Ester Leo / 28 settembre

Sergio Bonelli era un fantasista, un creativo capace di colorare fotogramma per fotogramma una storia, ma non una storia qualsiasi, quella di diverse generazioni che hanno sognato sfogliando le pagine del fumetto made in Italy. Un universo pop che ha saputo rendere conosciuto e vicino a tutti noi.

Se ne è andato a 79 anni, lunedì 26 settembre… e chissà quale sarà stato il suo ultimo pensiero, il pensiero di un uomo che ha dato dignità e materia umana a personaggi come Tex Willer, creato dal padre e alimentato e sospinto poi da lui stesso. Molto giovane partì dal principio maturando una vera e propria gavetta, prima come fattorino, poi tuttofare fino a raccogliere le redini della casa editrice Cepim, che sarebbe poi diventata la Sergio Bonelli Editore che conosciamo.

Ken Parker, Martin Mystère, Julia, Nathan Never, Dylan Dog , Napoleone hanno assunto anima e vita grazie alla magia di Sergio e quasi pare di vederli accanto al loro amico per un ultimo saluto, ognuno con una battuta pronta ed ineccepibile, belli fieri, inarrivabili ed unici.

Ma Sergio Bonelli era nato e vissuto nel mondo dei fumetti, se pensiamo alla madre Tea che nel dopoguerra era stata responsabile della casa editrice di famiglia, quando era ancora in fieri. Avrà immaginato e visto il suo reale fondersi con mille personaggi e la sua fantasia avrà assorbito così tanta bellezza lungo la sua esistenza da lasciarla poi traboccare dalle strisce che abbiamo avuto modo di leggere. E chissà quante volte avrà dialogato e discusso con i suoi amici di inchiostro. Mi chiedo se non avessimo realmente ancora bisogno oggi di eroi come Tex Willer, pronti a difendere i più deboli. Eroi dall'allure rara, ma autentica.

Bonelli non ha mai negato ai suoi disegnatori la loro nota espressiva emozionale, anzi l'ha incalzata ed il risultato continua ad avere una forma altamente espressiva a tal punto da considerare molti di questi eroi ''veri'', e da chiederci cosa farebbero in talune situazioni, che squadra tiferebbero, cosa direbbero su quanto accade in questo presente.

«Io non sono mai stato bravo a disegnare e mi sono improvvisato editore però ero già un lettore accanito e appassionato. Ero già in grado di distinguere tra un disegno e l'altro. Sapevo a memoria tutti i fumetti che uscivano nelle edicole. Mi sono lasciato prendere dalla passione per i fumetti. Quando vedevo in giro sceneggiatori e disegnatori bravi non sapevo resistere alla voglia di collaborare con questi talenti e allora mi prendevo la briga di mettere in cantiere una pubblicazione nuova».Così diceva di lui stesso, poco tempo fa in un'intervista lo stesso Bonelli, a conferma di qualcosa che già conoscevamo di quest'uomo, del suo entusiasmo della sua grande passione. Sul sito della casa editrice omonima, e non solo,  tantissimi i messaggi di stima lasciati dai suoi ammiratori  che lo ricordano, lo raccontano e che sanno per certo che taluni uomini non muoiono mai, per un fatale mistero restano qui.

Sergio è qui con la sua lambretta, i suoi personaggi di carta,  le sue emozioni, a spasso per la sua città, con fogli ed idee sottobraccio unitamente alla gran voglia di regalarci sempre nuove avventure.