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“Razzisti a parole (per tacer dei fatti)” di Federico Faloppa

di Gabriele Sabatini / 1 febbraio

Tra i vari modi con cui i linguisti si fanno un’idea di quanto una determinata parola o espressione sia entrata nell’uso comune c’è quello di cercarla su internet. È quanto ha fatto Federico Faloppa, docente di Linguistica italiana all’Università di Reading, con l’espressione «non sono razziata, ma», che nel 2010 ha prodotto circa 140.000 occorrenze. Preso di per sé, questo risultato può anche non contare molto, ma se si pensa che solo tre anni prima dalla stessa interrogazione erano emersi 10.000 risultati, ecco che i numeri assumono la forma di indicatori.

Faloppa ci ricorda – e pare che ce ne sia ancora bisogno, soprattutto se si leggono le molte dichiarazioni leghiste riportate nel volume Razzisti a parole (per tacer dei fatti), edito da Laterza – che nell’uomo non esistono razze biologiche, per il semplice motivo che come specie esistiamo da troppo poco tempo e non abbiamo avuto il tempo di distinguerci geneticamente. Se dunque il razzismo di oggi non è più di tipo scientifico, può essere però il razzismo della paura del diverso, che sfocia in quello delle pratiche discorsive: dal dare del tu al nero o al filippino senza conoscerlo, immaginando che non sia padrone della nostra lingua; all’uso di termini che hanno una loro connotazione specifica, come immigrato, ma che vengono utilizzati con altri significati. Esemplare di questo uso è la formula «immigrati di seconda generazione», soventemente pronunciata durante i dibattiti sull’integrazione scolastica, con la quale si cela la connotazione fondamentale di quei bambini, il fatto di essere nati in Italia, e si pone l’accento sulla loro provenienza straniera.

Ecco allora che si delinea il quadro di un linguaggio che, anche quando si hanno le migliori intenzioni, soffre di preconcetti, quando non delle eccessive premure di quel politicamente corretto con cui ci si rassicura dando nomi nuovi a questioni irrisolte.


(Federico Faloppa, Razzisti a parole (per tacer dei fatti), Laterza, 2011, pp. 144, € 9.00)