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Il 2019 In Musica

Breve guida su ciò che accadrà e potrebbe accadere

di Redazione / 9 gennaio

Il 2018 ci ha lasciato alle spalle l’ultimo lavoro immenso dei Low, un’ottima Joan As Police Woman, i Dead Can Dance all’ennesima potenza, l’ambizioso progetto P-E-O-P-L-E e ciò che ne è derivato, i Big Red Machine, la prima colonna sonora di Thom Yorke.
In Italia, l’ennesima grande prova dei Baustelle, l’importanza di Salmo, il dominio dell’itpop (Calcutta) e della trap (Sfera Ebbasta).
Il 2019 si prevede già ricco di graditi ritorni, in Italia e all’estero:

Massimo Volume: Sei anni da Aspettando i barbari. Tanto è il  silenzio dei Massimo Volume. L’attesa è stata lunghissima, l’aspettativa per il nuovo album è altissima. Sarà interessante capire, poi, se il passaggio di etichetta (da La Tempesta alla 42 Records) inciderà sul lavoro finale.
(Senza titolo, 1 Febbraio)

Tool: Ogni anno è sempre la stessa storia. L’uscita del nuovo album dei Tool ha oramai fattezze mitologiche. Questo 2019 pare sia realmente l’anno buono, stando a quanto detto da Maynard Keenan. Non che sia una garanzia, ma quantomeno fonte di speranza. Vediamo se finalmente 10,000 Days avrà il suo erede. (Senza titolo, da definire)

Thom Yorke: Messa da parte l’esperienza cinematografica con Suspiria, Thom Yorke ha dichiarato a El Mundo che nel 2019 vedrà la luce, a cinque anni di distanza da Tomorrow’s Modern Boxes, il suo nuovo lavoro solista. Ha dichiarato, inoltre, che sarà molto elettronico, ma completamente diverso da qualsiasi cosa abbia fatto in passato. (Senza titolo, da definire)

Ghali: Ha detto di voler puntare al Coachella. In questo momento ha le mani sul mercato e consensi trasversali. Questo nuovo anno potrebbe regalare il nuovo disco dell’artista milanese: il disco che potrebbe spostare di nuovo le tendenze musicali italiane. (Senza titolo, da definire)

Ex-Otago: Marassi, del 2016, è stato l’album che ha dato maggiore visibilità al gruppo ligure. In uscita l’8 Marzo, Corochinato sarà un banco di prova per capire quale direzione prenderanno i cinque: quella più facile dell’itpop o qualcosa di meno innocuo. (Corochinato, 8 marzo)

Tre Allegri Ragazzi Morti: Il trio friulano esce in questo gennaio con Sindacato dei sogni, a tre anni da Inumani. Con quest’ultimo, la band di Toffolo era riuscita a rielaborare le proprie esperienze passate in un ottimo disco. Vediamo cosa succede oggi.
(Sindacato dei sogni, 25 gennaio)

Beirut: Registrato in parte in Italia (Lecce), in parte negli Stati Uniti (New York), in parte in Germania (Berlino), Gallipoli è il nuovo album dei Beirut, che tornano dopo quattro anni da No No No. Dovranno provare a fare meglio . L’uscita di un loro album porta  appresso grosse speranze: il ricordo di Gulag Orkestar è sempre molto vivo. (Gallipoli, 1 Febbraio)

Tiziano Ferro: Sarà Timbaland a scrollargi di dosso quella fastidiosa patina nazional popolare? Perché la collaborazione con il rapper/produttore americano potrebbe finalmente svelare tutto il potenziale di un artista pieno di talento. (Senza titolo, da definire)

I Cani: Scompare dai social, riappare, fa uscire un singolo nel 2018 (“Nascosta in piena vista”), nel frattempo lavora a altri progetti (Faccio un casino di Coez) e scrive la colonna sonora del film Troppa Grazia di Gianni Zanasi. Senza certezza, nel 2019 dovrebbe tornare il pioniere della musica indie degli anni ’10, quella deformata dall’avvento di Calcutta. (Senza titolo, da definire)