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Cinema

Crescere all’ombra dei mostri

"Love and Monsters", di apocalissi e giovani amori

di Francesco Vannutelli / 16 aprile

Ci vuole coraggio a uscire con un film post-apocalittico in questo periodo. Love and Monsters ne ha da vendere, con il pregio non trascurabile di dire anche qualcosa di nuovo, originale e divertente su mondi devastati, sopravvissuti e mostri.

Nel film diretto da Michael Matthews c’è una premessa abbastanza classica. Un asteroide sta per distruggere la Terra. Le grandi potenze si coalizzano, si organizzano e costruiscono un missile per disintegrare la minaccia. Sembra di tornare indietro di venticinque anni ai tempi di Deep Impact, o Armageddon, ma in Love and Monsters la minaccia dallo spazio serve solo da prologo – illustrato – per la vera apocalisse. La pioggia di componenti radioattive del razzo sparato in orbita altera gli equilibri del pianeta. Gli insetti crescono a dismisura, diventano aggressivi e sterminano la popolazione mondiale. Dopo qualche anno, il 95% degli umani è sparito, i pochi rimasti si rinchiudono in bunker sotterranei organizzati in colonie. Nella colonia del giovane Joel Dawson tutti gli abitanti hanno una relazione sentimentale. Tutti tranne lui, che è ancora disperatamente attaccato al ricordo di Aimee, la sua fidanzata di sette anni prima che non ha più visto da quando la loro città Fairfield è stata attaccata e rasa al suolo. Quando Joel individua Aimee via radio decide di partire per un viaggio in superficie per raggiungerla.

L’idea di combinare gli elementi della commedia sentimentale e quelli del filone catastrofico è azzardata, ma in Love and Monsters funziona alla grande. Come in Benvenuti a Zombieland di Ruben Fleischer del 2009, l’equilibrio tra risate e azione è dosato con furbizia, con dei rapidi momenti riservati ai sentimenti e al dolore.

Il film di Michael Matthews sovverte molti dei canoni e dei cliché dei film apocalittici, a partire dalla rinuncia ai toni cupi e notturni a favore del sole e della luce.

Il viaggio di Joel è la metafora di tante cose diverse. Della crescita, prima di tutto, del coraggio di andare contro i propri limiti, poi, della voglia di imparare e, in questo caso, ricordare le cose più semplici, come il piacere dell’aria fresca sulla pelle. C’è poi un messaggio latente che invita a rispettare di più la natura e a non vederla come una minaccia. E la battaglia contro i mostri arriva ad assumere tratti simili a quelli del sottovalutatissimo 7 minuti dopo la mezzanotte di Juan Antonio Bayona.

In un film che potrebbe sembrare a un primo sguardo una semplice commedia per adolescenti con la star di turno (Dylan O’Brien, già visto nei film della saga Maze Runner e nella serie Teen Wolf), c’è quindi molto di più. Non mancano i momenti poetici, come l’incontro con il robot Mav1s, carico di una nostalgia degna di Wall–E, e tanti piccoli dettagli che si fanno ricordare con il sorriso.

Love and Monsters nasce ovviamente per accontentare il grande pubblico, quindi segue dei binari prevedibili, ma riesce comunque a rendere il viaggio di Josh coinvolgente ed emozionante con un fascino da film di serie B confezionato con le migliori intenzioni.

Il finale e la buona accoglienza di critica e pubblico – anche se digitale o al massimo on demand – lasciano intendere le possibilità di un seguito.

(Love and Monsters, di Michael Matthews, 2020, azione/commedia, 109’)

LA CRITICA - VOTO 7/10

Un mondo post-apocalittico popolato da insetti giganti. Sembrano le premesse per un filmaccio di serie B, invece Love and Monsters gioca con i generi con una sorprendente leggerezza.