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Libri

“La fortuna dei Wise” di Stuart Nadler

di Martina Baratta / 14 ottobre

Conosciuto dal pubblico italiano per la raccolta di racconti Nel libro della vita (Bollati Boringhieri, 2011), Stuart Nadler torna in libreria con La fortuna dei Wise (Bollati Boringhieri, 2013), un romanzo godibile e avvincente che racconta la storia della famiglia Wise a cavallo tra gli anni Cinquanta e Duemila.

Hilton Wise, detto Hilly, vive con i suoi genitori a New Heaven, in una casa in affitto. Un giorno, in seguito a un incidente aereo con molte vittime, il signor Arthur Wise, di professione avvocato, intenta una causa alla Boston Airways: dopo aver ottenuto una schiacciante vittoria, iniziano ad arrivare i soldi e la famiglia Wise diventa a pieno titolo una famiglia ricca.

Esageratamente ricca, al punto che il nome Wise acquista popolarità anche tra i media oltre che nel campo delle class action, restando però un nome che appartiene a un uomo ebreo, ricco e razzista, la cui idea di giustizia non collima neppure lontanamente con quella del figlio.

La vita di Hilly cambia radicalmente dal momento in cui si trasferiscono a Cape Cod, in una lussuosa casa sull’oceano, dove il giovane incontra Lem Dawson, domestico di colore al servizio di suo padre e responsabile degli scambi di documenti privati col collega Robert, che vive lì vicino.
Lem ha una nipote che un giorno si presenta nella tenuta di Cape Cod; il suo nome è Savannah. La giovane Savannah non è solo una bella ragazza povera rimasta orfana di madre ma è anche il primo amore di Hilly; tutto il romanzo, diviso in tre parti, ha come filo conduttore l’ossessione del protagonista per la giovane e il suo ricordo, e la sua continua ricerca di lei negli anni.
L’America sullo sfondo della storia intanto cresce e le comunità di colore lottano per garantirsi il loro spazio nelle città, mentre i soldi diventano motivo di conflitto tra Wise figlio e Wise padre: Hilly sceglie di diventare giornalista – principalmente per mettersi alla ricerca di Savannah – e rifiuta l’eredità del padre.
Nella terza e ultima parte Hilly e Arthur riallacceranno i rapporti e Hilly incontrerà Savannah un’ultima volta: i due adolescenti sono ormai entrambi adulti e genitori, sebbene nessuno dei due abbia mai dimenticato la permanenza a Cape Cod.

Il finale, con un effetto sorpresa, scioglie l’unico dubbio rimasto al lettore durante la storia, trasformandola in una sorta di cerchio perfetto, in cui tutti gli eventi accaduti trovano la loro risoluzione svelando segreti rimasti nascosti per oltre trent’anni.

Nadler critica duramente il denaro e la sua capacità di trasformare chi ne entra in possesso, ma usa anche toni delicati per raccontare l’amore, i ricordi, l’importanza delle persone che attraversano la nostra vita. La lettura risulta scorrevole, appassionante, e la storia riesce a coinvolgere il lettore anche grazie alla narrazione in prima persona, in cui a narrare le vicende è un Hilly sedicenne all’inizio, trentenne poi e marito e padre di famiglia nel finale.

Colpisce l’umanità dei personaggi, molto realistici nelle loro tante sfaccettature, in uno stile fresco e giovane che racconta tematiche e ambientazioni del secolo scorso in maniera nonostante tutto attuale.
Sebbene sia il suo romanzo d’esordio, Nadler è stato segnalato dalla National Book Foundation tra i migliori cinque autori sotto i trentacinque anni: sentiremo sicuramente parlare ancora di lui.

(Stuart Nadler, La fortuna dei Wise, trad. di Costanza Prinetti, Bollati Boringhieri, 2013, pp. 359,euro 18)