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Tunué: il potere dell’immaginario

di Cristiana Saporito / 6 maggio

«Chi comanda al racconto non è la voce: è l’orecchio». Non è una sentenza tra tante. Non l’avrebbe sigillata lui, nel mezzo delle sue Città invisibili. Calvino sapeva che una storia è lì per trasformarsi, che esiste per essere altrove. Si trattiene di lei ciò che ci somiglia, che strofina le grotte oltre la scorza. Chi ascolta riscrive, puntualmente, ciò che riceve. Potremmo aggiungere, però, che anche l’occhio rivendica il suo piglio.
Che le parole sono immagini svestite e le immagini parole innominate. Che ognuna sogna l’altra e che il dialogo, la conversione tra le forme, non accenna ad arenarsi.
La casa editrice su cui ci concentriamo questo mese conosce bene il valore di tale attrazione, tanto da definirsi nel suo logo «Editori dell’immaginario».

Tunué, nata a Latina nel 2005, si specializza da subito nell’ambito del graphic novel per lettori giovani e adulti. La strada sgorga anni prima, da una rivista amatoriale chiamata Smettila!, realizzata da Massimo Clemente ed Emanuele Di Giorgi, attualmente direttore editoriale e amministratore della società. L’iniziativa cambia volto e nel 2000 la metamorfosi conduce al portale Komix.it Fumetti @360°, ancora oggi riferimento cardine del settore. Proprio dall’attività appassionata di quella squadra trae vigore l’identità di Tunué. 

Il nome di un suono fantastico, scevro da qualsiasi riferimento simbolico, nell’intento nudo e sincero di respingere ogni limite. La realtà narrata è dinamica, imprendibile e la volontà di Tunué è quella di innescare l’immaginario con i suoi romanzi grafici e di fornire una proposta saggistica altamente strutturata nell’ambito del fumetto, dei videogiochi e dell’animazione. Intercettare, incuriosire, ampliare continuamente il pubblico col guizzo incessante di «prediligere per i propri volumi a fumetti la ricerca di storie dai forti tratti letterari».

Infatti «è convinzione di Tunué che l’attitudine al racconto, al trasformare la rete di relazioni materiali e simboliche che operano su tutti i livelli della quotidianità, sia un’opportunità per valorizzare la capacità di resilienza. Per evolvere, mutare, transitare; non solo per resistere, ma per andare oltre: per sconfinare». Esempio fulminante sono gli adattamenti a fumetti di opere di Dacia Maraini, Giancarlo De Cataldo, Antonio Pennacchi e Giorgio Vasta. I risultati guadagnati sono evidenti e alcuni autori come Paco Roca, Stefano Simeone e Mathieu Reynès si sono aggiudicati premi nazionali e internazionali.


Il catalogo esordisce con due collane di saggistica: Le virgole e Lapilli, entrambe curate da Marco Pellitteri e da quella di Graphic novel.
L’elenco si completa con altre collane:

Esprit, caratterizzata dastudi su media e immaginario e diretta da Sergio Brancato e Gino Frezza.

– Lapilli Giganti, traduzione del meglio della saggistica mondiale.

Album, monografie sugli autori di graphic novel come David Rubin e Luca Russo.

Burumballa, antologia di short stories a fumetti per autori esordienti.

Tipitondi, creata nel 2010 e dedicata ai giovani lettori.

Frizz, incentrata sull’esplorazione della cultura pop.

Previsto per questo maggio 2014, l’ingresso di una nuova collana di narrativa guidata da Vanni Santoni e progettata con «l’obiettivo semplice da enunciare ma non da raggiungere, di proporre al pubblico ottimi romanzi, caratterizzati dalla forza della vicenda e dalla bontà della prosa». Una finestra pronta a vagliare stimoli e talenti in attesa di pagine.


Questo è il momento di formulare le nostre scelte, di cogliere titoli e tratti su cui è stato ancora più piacevole inciampare:

Mamma, torna a casa di Paul Hornschemeier. Un bambino di sette anni racconta il suo burrone, il solco di un dolore scavato dalla morte di sua madre. La vita riarredata dal vuoto e dalla nostalgia del calore più dolce. Caso eclatante di «letteratura illustrata» secondo Will Eisner.

La memoria dell’acqua, di Mathieu Reynès e Valerie Vernay. Formazione per immagini. L’adolescente Marion si trasferisce con la mamma in riva al mare e il nuovo villaggio le parla di altri mondi, di paesaggi in cui perdere il respiro. Tra i finalisti del Premio Andersen 2014.

Il tempo materiale, di Giorgio Vasta e Luigi Ricca. Versione a fumetti dell’omonimo romanzo d’esordio di Giorgio Vasta. Tre undicenni ipnotizzati dal clima terroristico degli anni di piombo, durante il sequestro Moro. Spirale di emulazione e caos in cui la realtà diviene una parete sempre più lontana.


Ma queste sono solo tre fermate. Peregrinare tra le immagini richiede molto più tempo. Quello della fantasia.