[Best 2012] Gli album
di Alessio Belli / 24 dicembre 2012
Tra i tanti rituali di fine anno, c’è quello delle svariate classifiche e graduatorie. Noi di InMusica ne approfittiamo per fare un riepilogo e mettere in fila quelli che secondo noi sono stati i dieci album più belli e significativi di questo 2012 ormai agli sgoccioli. Perché i Maya avranno pure predetto la fine del mondo, ma non quella della musica. And happy new year.
1) Il Teatro degli Orrori, Il Mondo Nuovo
Era il loro anno, tutti lo aspettavano. A quelli che dicono che il rock italiano è malato, fate sentire questo disco. Un concept sull’immigrazione, produzione musicale immensa, testi indelebili. Un lavoro del genere in Italia ci riusciva a farlo solo un certo Fabrizio de Andrè.
Quando il più grande personaggio musicale moderno sale in cattedra, non ce n’è per nessuno. Ci si inchina e si ascolta. Basta. Solo così si può sopravvivere all’avvento della Tempesta.
Con Mr. Cohen il discorso è semplice: il confine tra Poesia e Musica non esiste.
«I love to speak with Leonard / He’s a sportsman and a shepherd». Amen.
4) Alt-J, An Awesome Wave
Sì, sono loro l’esordio, la rivelazione dell’anno. La splendida ondata di folk e dubstep conquista e coinvolge. Una formula vincente. Che speriamo non venga logorata.
L’originalità, la psichedelica e il talento al potere. Soprattutto se vengono da una Australia libera da fronzoli commerciali e stilistici. Sfido a trovare persone che dopo aver sentito il disco almeno una volta, non fischiettino subito almeno un ritornello.
6) The XX, Coexist
Un disco complesso, quasi incorporeo, difficile da sentire e da assimilare. Ma qualora riesca a passare, l’effetto va dritto al cuore.
7) David Byrne & St. Vincent, Love This Giant
Perché la stima nei confronti di Mr. Bryne non si esaurirà mai. Soprattutto se i dischi sono di questo livello.
8) TOY, TOY
Un esordio del genere non merita tante spiegazioni. Parla il loro rock, di una maturità e bellezza che lascia allibiti. E dal vivo il gruppo convince. Ad maiora.
Quando una band di talento sale sugli scudi, il risultato parla chiaro. Non come Veckatimest, ma non ci possiamo lamentare.
10) Afterhours, Padania
Pluripremiato, osannato dalla critica. Il ritorno della band indie italiana per eccellenza ha però diviso i fan. Superati i primi ascolti necessari per far fluire il disco, alla fine il messaggio sia testuale che melodico arriva. E poi non ci dimentichiamo che: «Se un sogno si attacca come una colla all’anima, tutto diventa vero tu invece no».
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