[Best 2015] I libri

di / 31 dicembre 2015

Stilare un elenco di soli dieci libri sacrificandone moltissimi altri è sempre una scelta dolorosa. Ma, si sa, l’ultimo dell’anno porta con sé una sadica propensione ai bilanci infiniti e alla classificazione ossessiva, insieme ai consueti propositi per un anno che verrà, molto spesso basati su ciò che è riuscito a imprimersi nella nostra memoria a dispetto di ciò che ne è rimasto escluso.

Per questo motivo nella lista degli imperdibili del 2015 di Flanerí, troverete libri che non sono solamente belli (a quel punto, quella delle dieci posizioni sarebbe stata una condizione davvero inaccettabile), ma anche capaci di far parlare di sé: rivoluzionari, urgenti, vigorosi, coraggiosi o unici nel loro genere, ognuno di questi titoli sono una storia di cui non si può proprio fare a meno. Quindi il consiglio è di recuperare il più in fretta possibile, in vista delle nuove uscite del 2016.

 

Il defunto odiava i pettegolezzi di Serena Vitale (Adelphi)
La ricostruzione narrativa degli ultimi giorni di vita di Vladimir Majakovskij. Con tanto di testimonianze di archivio, foto d’epoca e il vociare di pettegolezzi che non smise di rumoreggiare anche decenni dopo la sua morte, la Vitale ci restituisce un ritratto inedito e appassionante del grande poeta russo, della sua intimità e perfino della sua produzione.

Gli anni di Annie Ernaux (L’Orma)
Un romanzo autobiografico ma anche resoconto collettivo del nostro tempo, dal dopoguerra a oggi, attraverso una scrittura chiara e pregevole, che «riesce nel prodigio di “salvare” la storia di generazioni coniugando vita e morte nella luce abbagliante della bellezza del mondo».

Carne viva di Merritt Tierce (Sur)
Duro, forte, un pugno nello stomaco tirato con precisione chirurgica da un’autrice dalla penna affilata. Diretto al punto, saprà sorprendere i più scettici per il modo in cui riuscirà a farli identificare con Marie, la ragazza che combatte il dolore procurandosene di maggiore.

Kruso di Lutz Seiler (Del Vecchio Editore)
Un’opera narrativa intrisa di poesia e di rimandi letterari, che approfondisce il concetto di libertà e i sogni rivoluzionari, sullo sfondo di una Germania che si avvicina al cambiamento epocale del 1989 e si fa simbolo di tutto l’Occidente.

– Una perfetta felicità di James Salter (Guanda)
Il retaggio prezioso di un grande scrittore appena scomparso. Romanzo di vita familiare borghese, luminosa solo in apparenza, col suo concerto d’ombre e di fatiche. Innegabile esempio di sapienza narrativa.

Atlante delle micronazioni di Graziano Graziani (Quodlibet)
Graziano Graziani ci accompagna in un viaggio fatto di utopia, coraggio, senso della giustizia e dell’opportunità. Un viatico per affrontare qualsiasi impresa: se è possibile fondare un regno nella propria stanza, allora davvero tutto è a portata di mano.

Gli increati di Antonio Moresco (Mondadori)
L’ultimo e più potente romanzo della trilogia iniziata con Gli esordi e continuata con i Canti del caos. Esso lancia una sfida al narrare e al conoscere: tratta infatti della vita e della morte e della non vita e della non morte, e soprattutto dell’increazione, e lo fa con un linguaggio forte che entra e si imprime. Gli increati ha la grandiosa estensione delle cose intere e della realtà. Una lunga e obliqua storia d’amore che va letta e amata, riletta e amata.

XXI Secolo di Paolo Zardi (Neo Edizioni)
Un libro che prefigura un generale imbarbarimento dell’umanità, fondendo intimo e collettivo in una rapsodia dove la realtà si imprime così fortemente nel corpo comatoso della moglie del protagonista, da non riuscire talvolta a distinguere dove finisca il personale e dove inizia il racconto di un’epoca tristemente attuale.

L’invenzione della madre di Marco Peano (minimum fax)
Al suo esordio, Marco Peano svolge il gerundio morire di una madre, dalla spirale impazzita del suo Dna alla liturgia laica e insaziabile del figlio che cerca di rifondare il proprio mondo attraverso e dopo il lutto. Una furia lucida e atea si sedimenta in parole attente, tanto misurate da rischiare, talvolta, l’impersonalità. La lettura non delude, per la forza consapevole con la quale sono violate e ripensate le comuni barriere fra la vita e la morte.

Breve storia del talento di Enrico Macioci (Mondadori)
Un romanzo breve ma intenso, un ritorno all’adolescenza e all’infanzia, attraverso ricordi rabbiosi e mai patetici.

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