“Storia di un matrimonio” è un film di dolorosa normalità

Noah Baumbach racconta la fine di un amore

di / 15 dicembre 2019

Poster di Storia di un matrimonio su Flanerí

Storia di un matrimoniodi Noah Baumbach è uno di quei pochi, grandi, film capaci di raccontare la normalità in tutti i suoi aspetti. La vicenda ordinaria al centro del film è la fine di un matrimonio senza colpa.

I due protagonisti, Charlie e Nicole, prendono semplicemente atto di non amarsi più e di non poter stare più insieme. Al centro c’è il figlio della coppia, Henry, e le rispettive carriere che li portano ai due punti opposti degli Stati Uniti, New York e Los Angeles, con tutto quello che comporta.

Parliamo, ovviamente, di una normalità relativa. Perché Baumbach soffre della stessa sindrome del suo mentore ideale Woody Allen. I suoi protagonisti sono sempre artisti o intellettuali piuttosto benestanti, che appartengono a un mondo che di normale ha molto poco. Qui Charlie è un affermato regista di teatro indipendente, pronto al grande salto a Broadway. Nicole è la sua musa e attrice di riferimento. Una proposta per una serie tv a Hollywood, però, la mette su un aereo per la California.

Quello che, però, è ordinario è il racconto della fine di questo amore che possiamo immaginare essere stato grande. Succede, anche spesso, che due persone si accorgono di non poter più stare insieme, senza colpevoli, senza un grande evento che arriva a sconvolgere la normalità. Per Charlie e Nicole funziona così. Lui sul divano, lei a letto, lunghi silenzi e tante incomprensioni.

Baumbach riprende il tema delle famiglie che si disgregano che già aveva affrontato nel suo primo film di successo, Il calamaro e la balena, del 2005. Qui sposta il focus dai figli ai genitori, prendendo ampio spunto dalla vicenda personale di divorzio dall’ex moglie (l’attrice Jennifer Jason Leigh).

I veri attori del divorzio sono gli avvocati che li armano uno contro l’altra con una ferocia che non ha nulla a che vedere con il loro rapporto. Storia di un matrimoniosi apre con una sequenza perfetta in cui le voci fuori campo di Charlie e Nicole elencano i pregi l’uno dell’altro. C’è ancora tanto amore e rispetto, anche al momento della fine. Gli studi legali a cui si rivolgono, invece, li trascinano in una spirale di accuse, rivendicazioni e offese.

Ci sono elementi sparsi qua e là che fanno capire che non tutto andava alla perfezione. Forse per sottolineare l’incapacità degli artisti nella vita reale, Baumbach lascia che i due protagonisti si lascino risucchiare dagli avvocati. Il film si concede così troppi spazi per l’ennesima descrizione dello spietato mondo legale statunitense.

Non che siano scene che si possano definire fuori luogo, anche grazie alle perfette interpretazioni dei vari legali, Laura Dern su tutti, ma anche il mite Alan Alda e il frenetico Ray Liotta. Tolgono però il focus dal rapporto di Charlie e Nicole, li rendono due pedine di un gioco a cui non partecipano.

Rimane, però, la rappresentazione perfetta della spietata solitudine di una separazione. Baumbach ha scritto il copione perfetto e ha trovato in Adam Driver e Scarlett Johansson due protagonisti superbi.

Johansson si cala in panni normali, lontani dall’immaginario di sex symbol ed eroina d’azione a cui si è lasciata relegare negli ultimi anni, e torna alla qualità dei suoi primi film.

È Adam Driver, però, a brillare con tutto il suo talento. Sono anni che è destinato a diventare uno dei più grandi attori della sua generazione, se non il migliore. Il grande pubblico lo conosce per il Kylo Ren della nuova trilogia di Guerre stellari, ma Driver continua a scegliere i film che preferisce.

DaHungry Hearts di Saverio Costanzo fino a Silencedi Scorsese, per dirne due, non si è mai preoccupato della visibilità ma ha continuato a costruire il suo percorso con consapevole autonomia.

Ci sono almeno tre scene in cui è straordinario in Storia di un matrimonio: l’aspro confronto con la moglie nel nuovo appartamento di lui; il piano-bar; la lettura finale della lettera.

Dopo la presentazione a Venezia sono arrivate sei nomination ai Golden Globe per il miglior film drammatico, i due protagonisti, Laura Dern, la sceneggiatura e la colonna sonora. In attesa degli Oscar.

(Storia di un matrimonio, di Noah Baumbach, 2019, drammatico, 136’)

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LA CRITICA

La grandezza di un film come Storia di un matrimonio sta nella capacità di raccontare il quotidiano. Peccato si allontani dalle sue migliori intenzioni con troppe digressioni legali, ma gli straordinari interpreti mantengono il livello molto alto.

VOTO

7,5/10

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