Flanerí

Libri

[Best 2018] I libri

I titoli che ci hanno colpito maggiormente nel 2018

di Redazione / 29 dicembre

Di fronte alle consuete liste di fine anno,  abbiamo deciso di segnalarvi quei titoli che ci hanno colpito maggiormente nel corso del 2018. Cinque libri di narrativa, cinque di saggistica e una rivista. Rigorosamente in ordine casuale. Buona lettura.

 

Dilettanti di Gilberto Severini (Fandango/Playground)
Severini torna, dopo Backstage, con un romanzo che è anche una lettera aperta, ironica e dolorosa. Il racconto di esistenze solitarie – di uomini costretti a negare la propria omosessualità per il solo desiderio di “sentirsi normali” – che trova luogo nell’intensità del ricordo.

 

Voragine di Andrea Esposito (ilSaggiatore)
Esposito firma un romanzo stratificato e al contempo diretto, feroce e tagliente come una lama di ghiaccio, in una prosa di rara potenza e con un ritmo narrativo incalzante.

 

Vinpeel degli orizzonti di Peppe Millanta (Neo Edizioni)
Una storia scritta sul mare. Con Vinpeel e la sua grande creatività è ancora possibile immaginare un mondo più felice.

 

Hamburg di Marco Lupo (ilSaggiatore)
Una storia fatta di storie che ci ricorda la molteplicità del gioco letterario e la meraviglia del viaggio iniziatico.

 

Disturbi di luminosità di Ilaria Palomba (Gaffi editore)
Un flusso di coscienza in cui il lettore può identificare almeno una parte del proprio sé, un’autofiction sul disturbo borderline, sui traumi e sulle cicatrici dell’esistenza che, in assenza di consapevolezza, diventa un eterno saṃsāra di dolore e autoflagellazione.

 

Inverno. Il racconto dell’attesa di Alessandro Vanoli (Il Mulino)
Fu per secoli il periodo della sospensione, senza battaglie, senza lavoro nei campi; un libro per ritrovare la natura storica di una stagione.

 

Punire. Una passione contemporanea di Didier Fassin (Feltrinelli)
Talvolta occorre fare dei passi indietro e cancellare i presupposti con cui giudichiamo l’agire umano: la punizione è ancora uno strumento legittimo o contribuisce ad allargare le disuguaglianze sociali?

 

Milano di carta di Michele Turazzi (il Palindromo)
Milano diventa di carta, si fa racconto e si immagina attraverso grandi autori del ’900. Milano underground dei Navigli, la meraviglia della Scala e le rovine della guerra, la Milano dei vini ghiacciati di Hemingway, in via Verdi e via Manzoni e di via della Moscova di Buzzati. La Milano di Giorgio Scerbanenco, piena di storie potenti e criminali a Lambrate e quella composta e borghese di Lalla Romano, ai giardini pubblici tra via Manin e Porta Venezia, passando attraverso il Castello sforzesco negli scritti di Carlo Emilio Gadda e arrivando a via Monte Napoleone descritta da Emilio Tadini. Fino al simbolo della città, il Duomo e le sue 145 guglie.

 

La partita perfetta. Filosofia del calcio di Corrado Del Bò e Filippo Santoni de Sio (Utet)
Due filosofi di professione inscenano un derby a colpi di citazioni colte cercando di trovare lo spirito del calcio. Un percorso che in fin dei conti non ci allontana da una convinzione atavica: che esso sia nella semplicità di un gioco che non ha bisogno di molto per iniziare, bastando talvolta uno straccio arrotolato.

 

Rimbaud e la vedova di Edgardo Franzosini (Skira)
Rimbaud poeta e venditore d’armi, la narrazione del suo soggiorno milanese attraverso tracce leggere lasciate nella città dell’epoca.

 

Freeman’s – Scrittori dal futuro (Black Coffee)
La giovane casa editrice fiorentina porta in Italia il quarto numero della rivista letteraria americana a cura di John Freeman, dedicato a ventinove scrittori da tenere in considerazione per il futuro. La buona notizia è che non si tratta di un’operazione isolata: è stato annunciato un nuovo numero per il 2019.