Musica
I migliori album fino a questo momento
di Redazione / 16 luglio
Siamo arrivati a poco più di metà anno e abbiamo deciso di fare un breve elenco (in ordine puramente casuale) degli album usciti in questo 2021 che, per ora, ci hanno colpito di più.
Ira, Iosonouncane: album ambizioso, il più ambizioso del cantautore sardo. Monumentale, complesso. Di difficile metabolizzazione, si sviluppa in quasi due ore di suoni. Un dedalo di suggestioni in cui è facilissimo (e pure bello) perdercisi. È meglio di Die? Domanda a cui si potrà rispondere tra qualche tempo. Per ora ci godiamo il coraggio di Iosonouncane.
Boy From Michigan, John Grant: un nuovo album di John Grant è sempre una bella notizia. Forse non raggiungerà mai più il livello altissimo di Queen of Denmark, capolavoro anni ’10 di cui si parla sempre troppo poco, ma in quest’ultimo lavoro ritroviamo quegli sprazi melodici che hanno reso grande il cantante americano.
Blue Weekend, Wolf Alice: album di grande impatto per la band inglese, dove il dream pop si mescola con lo shogaze fino ad arrivare a toccare suggestioni synth grunge. Non l’album dell’anno, ma qualcosa di cui periodicamente avremo bisogno. Da ascoltare “Delicious Things”
Paesaggio dopo la battaglia, Vasco Brondi: Forse sarà impopolare questa segnalazione, perché probabilmente il tempo d’oro di Vasco Brondi è passato. Paesaggio dopo la battaglia non è la cosa migliore scritta dall’artista emiliano, ma ci ridà indietro alcuni spunti dei primi album che negli ultimi anni mancavano (Terra). La chiusura dell’esperienza Le luci della centrale elettrica gli ha fatto bene.
Forme complesse, Fine Before You Came: Non i FBYC a cui siamo semore stati abituati. Il loro ultimo album è un lavoro più cerebrale, che lavora per sottrazione. Più melodico e cantautorale rispetto al passato, il gruppo tanto caro a Niccolò Contessa tira fuori qualcosa di veramente importante.
For The First Time, Black Country, New Road: album potente per gli inglesi, trascinante e suggestivo. Un miscuglio di generi (post rock, jazz rock) e una consapevolezza notevole per un gruppo al suo esordio. Se non l’avete ancora ascoltato, potrebbe diventare l’inaspettata colonna sonora perfetta di questa estate.
Psychodonna, Rachele Bastreghi: Tutte le luci erano su Francesco Bianconi e il suo primo e tanto aspettato album d’esordio. Minore attesa per l’altra parte dei Baustelle, Rachele Bastreghi, che invece scrive un lavoro di alto spessore cantautorale, ricordandoci (se ce ne fosse bisogno) la sua importanza nel terzetto toscano.