L’uomo in un istante: “Homo Sapiens” & “Steve McCurry”

di / 13 dicembre 2011

Come siamo nati e cosa siamo diventati? Se vi trovate a Roma e volete dedicare un po’ del vostro tempo agli eventi romani, vi consiglio un percorso da seguire. Andate innanzitutto al Palazzo delle Esposizioni per la mostra Homo Sapiens, ideata da Luigi Luca Cavalli Sforza, e poi raggiungete, nel pomeriggio, il Macro per la mostra fotografica di Steve McCurry.

Si tratta di un percorso personalissimo sull’uomo. L’itinerario proposto da Homo Sapiens è fondamentale per comprendere la nostra storia e la nostra diversità nell’uguaglianza. L’approccio dei due curatori, Sforza e Telmo Piovani, è sicuramente didattico e rivolto alle nuove generazioni ma, attraverso una serie di reperti eccezionali provenienti da tutto il mondo e un adeguato supporto multimediale, riescono a dialogare con tutti e a incuriosire anche i più esperti della materia. Siamo nati da una piccola comunità, ci ripetono i curatori, che s’è diffusa grazie alle sue continue migrazioni incontrando popoli e climi diversi. Siamo partiti dall’Africa per stanziarci poi nel Vecchio Mondo. I nostri antenati, migrando, hanno incontrato i cugini più antichi, cominciato un processo d’ibridazione ma anche di colonizzazione che ha comportato un cambiamento culturale significativo. Nonostante la forte unità biologica, sono nate differenze interne e conflitti che continuano ancora oggi.

L’appassionante percorso che unisce genetica, linguistica e antropologia è uno stimolo fondamentale per leggere e interpretare, sotto un’altra luce, il lavoro proposto al Macro da Steve McCurry. Come poi fa emergere anche il fotografo americano, non esistono razze umane poiché il nostro modo di camminare, pensare, piangere, agire è lo stesso in tutto il mondo. Infatti, le duecento fotografie di Steve McCurry, disposte per assonanza, mostrano l’uomo oggi in diverse parti del mondo, in un percorso né cronologico né tematico ma che ha come unico filo conduttore la vita umana, dalla nascita alla morte. L’allestimento è formato da tante piccole cupole su cui l’architetto e designer Fabio Novembre ha riposto le fotografie i cui colori, accesi e vibranti, invadono il visitatore. Troviamo l’ormai famoso volto della bambina afghana, quello sguardo che dice più di mille parole, l’India, il mondo orientale ma anche Roma, Venezia e la Sicilia delle processioni.

McCurry fotografa l’umanità, presa nel suo complesso, inquieta e vitale, e immortala, durante i suoi viaggi, sguardi di bambini indifesi, talvolta martoriati da mine antiuomo, l’essenza genuina di una persona, gli orrori di una guerra o della povertà tatuati indiscriminatamente sui volti dei ragazzi e della gente. Lui è solamente un viaggiatore, un ricercatore, l’elemento estraneo che si inserisce, con pazienza e dedizione, nelle comunità, nei paesi dove è difficile penetrare e il suo stile ci restituisce il senso dell’incontro con popoli diversi ma accomunati da una matrice comune. I ritratti di McCurry sono innanzitutto il frutto di un’esperienza personale che viene prima narrata e poi comunicata attraverso l’immagine.

Homo Sapiens – La grande storia della diversità umana, ,
Roma, Palazzo delle Esposizioni, fino al 12 febbraio 2012
Lunedì: chiuso

Steve McCurry
Roma, Macro, fino al 29 aprile 2012
Lunedì : chiuso

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