“Bastardia” di Hélia Correia

di / 11 gennaio 2012

Bastardia è una narrazione polisemica, quasi una favola. Un racconto dai contorni mitici e irreali. Descrive la vita di Moisés Duarte, un adolescente nato in un povero paese di montagna nel Portogallo della metà dell’800.

Ma Moisés non è un ragazzo come gli altri: suo padre, infatti, è il mare. La madre, rimasta vittima di un sortilegio, dopo un periodo di sterilità, ha concepito Moisés solo grazie a un patto stretto con la strega Pilar, sancito dall’acqua del fiume.

Così, Moisés è attratto dal mare, lo anela, anche se non l’ha mai visto con i suoi occhi. Nei suoi sogni d’adolescente lo immagina e pensa anche d’incontrare le sirene, che ha conosciuto solo dai racconti dei marinai e dei pescatori.

Per seguire il suo destino, Moisés lascerà la madre, le sorelle e quel poco che possiede, per cercare di raggiungere il mare, sua origine e destino.

Bastardia non racconta solo di favole e antichi miti, il libro è centrato piuttosto sul viaggio solitario che il ragazzo intraprende per cercare di raggiungere la sua meta. Qualcosa che non conosce ma che ugualmente è parte di lui.

L’autrice, Hélia Correia, è una scrittrice portoghese. Con Bastardia confeziona un racconto comunque realista, ma di un realismo magico, antico. Ricorda i film di Sergei Paradjanov, il regista Georgiano, e la sua capacità di entrare nella vita quotidiana e nelle credenze dell’Armenia contadina e animista.

Le sirene e le streghe restano così sullo sfondo, mentre in primo piano c’è la vita di un adolescente che si avventura da solo per cercare se stesso e le sue radici.

(Hélia Correia, Bastardia, trad. di V. Barca e S. Magi, Caravan Edizioni, 2011, euro 9,50)

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