“Falso movimento” di Riccardo D’Anna

di / 2 febbraio 2012

Falso movimento (Memori Edizioni, 2011), l’ultima fatica di Riccardo D’Anna, è un romanzo fuori dal comune, affascinante, avvolgente. Difficile non pensare a Memento, il bel film a ritroso di Christopher Nolan o, sempre in campo cinematografico, a quel gioiello che fu Il sesto senso di Shamalyan.

Avrete capito che l’architettura del libro è di quelle non facili da inquadrare a prima vista, e anche da descrivere per il povero recensore, in bilico tra il divieto tassativo di far trapelare inopportuni indizi rivelatori e la voglia di raccontare l’essenza di questo noir moderno che si dipana a macchia d’olio tra America e Italia.
12 settembre 2001. Michele, il protagonista, in Florida per un convegno di dentisti , non può rientrare a Roma a causa del blocco totale susseguente l’attentato alle Twin Towers appena avvenuto, e decide di accettare l’inquietante invito di un lontano parente della moglie. Cosa accade, nella realtà e nella mente del protagonista da quel momento in poi è descritto dall’autore in un alternarsi di piani narrativi e di flash back incalzanti che troveranno solo nel finale, nella miglior tradizione dei gialli, la giusta collocazione.
Attenzione però, il romanzo non è “solo” un noir ben congegnato ma anche, e soprattutto, un viaggio nella memoria che, come sembra dirci l’autore, è fatta di dettagli: i ricordi portanti di un intero percorso umano. Siano essi l’amore per le persone più importanti della vita, sia una squadra di calcio, sia episodi di scarsa rilevanza concreta ma di grande impatto emotivo.
È difficile dire di più senza il rischio di scoprire le carte. Diciamo che tutti gli elementi significativi della vita di un uomo tra i quaranta e i cinquant’anni, il protagonista della storia, vengono analizzati attraverso la lente, a volte deformante, della memoria, nella ricomposizione di un puzzle formato affresco in cui i sentimenti, le persone e i ricordi vengono a galla alla rinfusa, con collegamenti apparentemente casuali ma in realtà convergenti in un disegno di senso compiuto che appare nella sua completezza solo nell’intensa conclusione di questo inconsueto romanzo.


(Riccardo D’Anna, Falso movimento, Memori Edizioni, pp. 117, euro 12)

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