“Il tribunale delle anime” di Donato Carrisi

di / 24 marzo 2012

Bene e male. Da sempre dentro di noi e da sempre dentro la letteratura. Presenti anche ne Il tribunale delle anime di Donato Carrisi, coinvolgente opera seconda dell’autore salito alla ribalta con il successo de Il suggeritore, vincitore nel 2009 del premio Bancarella.

Raramente si è vista nella narrativa recente una Roma così nera e cupa. Avvilente e frustata dall’incessante pioggia, con al suo interno una malcelata covata di crimine e trame misteriose. Una Roma di indizi nascosti nelle chiese, ma soprattutto, una Capitale dove le fanciulle spariscono nel vuoto. E poi vengono trovate sgozzate.

«Uccidimi». Questo è il tatuaggio sul petto di Jeremiah Smith. Questo è ciò che vedono i primi soccorsi quando entrano nella sua villa e lo trovano in fin di vita. Vicino a lui c’è un pattino, appartenente a una ragazza scomparsa anni fa e trovata in seguito brutalmente trucidata. E molto probabilmente non è un caso che la rianimatrice che scopre tale particolare sia proprio la sorella della vittima.

Forse Jeremiah Smith è il colpevole della scomparsa di tante altre ragazze, poi trovate uccise. L’ultima si chiama Lara e sulle sua tracce, oltre alle forze dell’ordine, ci sono anche Clemente e Marcus, appartenenti al misterioso ordine dei Penitenziari. Quest’ultimo personaggio, dalla cicatrice sulla tempia ancora fresca, combatte contro incubi terribili, convivendo ogni giorno con la perdita della memoria e un innato istinto indagatore. Sarà lui a guidarci nella serie di delitti e di misteri che si susseguiranno inarrestabili pagina dopo pagina. Il tracciato della sua ricerca s’incrocerà con la vicenda di Sandra, agente milanese della scientifica, giunta nel capoluogo capitolini per fare luce sulla morte del marito. Loro saranno i binari sui cui il ritmo e la cadenza del thriller poggerà le basi. A spezzare il tutto, i capitoli riguardanti il Cacciatore, il quale va in giro per il mondo alla ricerca di un serial killer davvero unico. Insomma, le credenziali per l’ottima riuscita del libro ci sono tutte e le sue potenzialità vengono sfruttate a pieno, ma aggiungere qualcosa di più sulla trama sarebbe – come si suol dire – un delitto.

Quello di cui possiamo parlare sono però i punti di forza con cui l’autore intesse questo nero movimento narrativo fatto di morte e giudizio, salvezza e condanna. Donato Carrisi, forte dei suoi passati studi e delle specializzazioni in criminologia e scienza del comportamento, mostra tutta la sua competenza tecnica e la fonde in una struttura narrativa coinvolgente. Il risultato è thriller di alto livello, che cattura per il ritmo, che rimane impresso per i personaggi e i contenuti. E di questo periodo non è cosa da poco. Anche per sapere chi vince alla fine in questo “tribunale”, tra il Bene e il Male.


(Donato Carrisi, Il tribunale della anime, Longanesi, 2011, pp. 464, euro 18,60)

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