“Mani pulite – La vera storia, 20 anni dopo” di Barbacetto, Gomez e Travaglio

di / 16 maggio 2012

Il tempo cancella i ricordi e la memoria purtroppo spesso non aiuta. Per quanto riguarda le vicende della politica questo è tanto più vero a causa del frequente succedersi di eventi, del mutare dei partiti e della trasformazione della società. Negli ultimi anni parole nuove si sono imposte e continuano a farlo nel linguaggio politico (globalizzazione, spread…), eppure, se ci fermiamo a riflettere bene, a seguire i telegiornali ma anche, ormai, i nuovi social network come Twitter e Facebook ci accorgiamo di come nel nostro paese molto spesso i volti dei politici, dell’imprenditoria e del mondo sindacale, così come del resto quello dell’informazione, siano perlopiù gli stessi da decenni. Persino i partiti hanno quasi tutti cambiato nome ma a dirigerli sono i medesimi dirigenti. Giocando con il titolo di un famoso libro di Cormac McCarthy potremmo dire senza ombra di dubbio che l’Italia non è un paese per giovani.

La situazione è tanto più grave da noi in quanto, come più volte ricordato da sociologi o politologi, nella nostra nazione manca quella che negli Stati Uniti viene definita una “religione civile”, vale a dire quel particolare legame che tiene unito l’individuo alla società. Se vogliamo chiamarlo in altro modo potremmo dire che in Italia manca un ethos collettivo. Insomma siamo come tanti atomi individualizzati che lottano in un paese frammentato tra nord e sud, destra e sinistra, laici e cattolici, giovani e anziani, lavoratori e datori di lavoro, in cui di norma a prevalere è il più furbo o il più ricco, se non peggio il più corrotto, in cui la sanzione morale, prima ancora che quella giudiziaria, è praticamente assente. Basti pensare alle cronache di questi ultimi mesi, alla nuova ondata di corruzione politica che coinvolge tutti i partiti, da destra a sinistra (Lega Nord, Pd, Sinistra e Libertà, Pdl). A vent’anni esatti da Tangentopoli, in piena crisi economica e sociale (proprio come nel ’92) il sistema politico ma anche imprenditoriale si trova di nuovo sotto accusa.

Per questo ritengo un’indispensabile lettura Mani pulite – La vera storia, 20 anni dopo, la nuova edizione del libro già pubblicato nel 2002 dai giornalisti Marco Travaglio, Peter Gomez e Gianni Barbacetto, una corposa ricostruzione degli eventi giudiziari che a partire dall’arresto dell’ingegnere Mario Chiesa nel febbraio del 1992 arriva sino ai giorni nostri. Innanzitutto scopriamo, pagina dopo pagina, come alcuni dei personaggi saliti alla ribalta durante l’indagine denominata “Mani pulite”, non solo occupino ancora ruoli centrali all’interno della classe dirigente del paese ma siano talvolta persino nuovamente coinvolti in alcuni degli scandali più recenti. In secondo luogo, la puntuale ricostruzione fornita dagli autori sfata almeno due accuse che per anni sono state rivolte al pool di Milano: primo che l’indagine abbia risparmiato gli eredi del Pci (Pds e Ds) e secondo che l’orientamento politico dei pubblici ministeri fosse orientato tutto a sinistra, mentre invece, sia per cultura personale che familiare all’interno del gruppo di lavoro investigativo coesistevano sensibilità diverse, se non persino opposte. Altri elementi inquietanti che nel corso della lettura emergono sono inoltre le accuse che nel tempo, tutto il sistema politico, con poche eccezioni, ha rivolto alla magistratura senza dimenticare i tentativi di riforma della giustizia che, a partire dalla Bicamerale del 1997, i partiti di destra e sinistra hanno tentato di attuare fra cui ricordo qui, brevemente, l’idea di far cessare l’obbligatorietà dell’azione penale e la possibilità di non punire chi ha commesso un fatto previsto come reato, nel caso in cui esso non abbia determinato una concreta offensività (come ricordano gli autori, questa è la linea difensiva che seguono i grandi gruppi industriali sotto processo per falso in bilancio) per poi giungere, durante il Governo Berlusconi, fra il 2001 e il 2006, alle molteplici leggi ad personam e ad aziendam.

Per citare le parole del pubblico ministero Piercamillo Davigo, nella prefazione del libro, dunque, «quest’opera è un vademecum che aiuterà a ricordare ciò che è accaduto, perché è l’oblio dei misfatti che lentamente consuma la libertà delle istituzioni».


(Gianni Barbacetto – Peter Gomez – Marco Travaglio, Mani pulite – La vera storia 20 anni dopo, Chiarelettere, 2012, pp. 882, euro 19.60)

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