I Beatles in tre libri fondamentali

di / 6 ottobre 2012

E così sono passati già cinquant’anni da quando quel venerdì 5 ottobre del 1962 comparve nei negozi di dischi il primo 45 giri dei Beatles: Love me do – P.S. I love you. Non arrivò mai al primo posto in classifica (circostanza che in futuro si sarebbe ripetuta pochissime altre volte) e le vendite rimasero soprattutto concentrate nella zona di Liverpool (la loro città). Negli Stati Uniti perché giungesse l’eco del “fenomeno Beatles” bisognerà addirittura aspettare i primi mesi del 1964. Tuttavia la musica popolare di lì a qualche mese, sotto la spinta di questi quattro ragazzi inglesi, non sarebbe più stata la stessa. E anche la grigia e ordinata società post bellica in pochi anni avrebbe lasciato il posto a una nuova generazione di giovani brillanti, anticonformisti e ribelli pronti a rivoluzionare il contesto sociale proprio come i Beatles stavano sconvolgendo i canoni musicali. In questo senso i quattro rimarranno sempre indissolubilmente legati al loro tempo. La loro musica ha attraversato generazioni e generazioni, è tutt’oggi conosciuta e apprezzata (forse anche più degli anni ’70 caratterizzati dall’hard rocke dalpunk e degli anni ’80, così lontani dalla purezza del suono beatlesiano ) ma è difficile, se non impossibile, scindere la loro opera dal decennio che li ha visti a lavoro. Hanno influenzato stili, musica e politica e a loro volta essi stessi hanno trovato ispirazione grazie a molti degli esponenti musicali, artistici e letterali degli anni ’60. Non si possono non amare i Beatles se si amano gli anni ’60 e viceversa. Per questo motivo la loro opera va contestualizzata. I loro progressi tecnici, i loro stili di vita, le loro stesse idee politiche, vanno letti alla luce dei cambiamenti che contemporaneamente stavano avvenendo nella società così come di quei cambiamenti, almeno di alcuni di essi, dobbiamo dare il merito ai Fab Four.

Così, oggi, cinquant’anni dopo il loro debutto, per chi volesse avvicinarsi per la prima volta al quartetto o per chi fosse interessato ad approfondire un aspetto finora poco conosciuto della loro storia, consiglio la lettura di tre libri a mio giudizio indispensabili per avere una visone quanto più completa possibile della loro vita, delle canzoni e di come queste ultime siano state create giorno per giorno nello studio di registrazione – tutto questo mentre fuori, il mondo stava cambiando.

Il primo testo che consiglio di leggere è Shout! La vera storia dei Beatles, di Philip Norman, edito da Mondadori. Scritto come se fosse un vero e proprio romanzo, narra le vite di Lennon, McCartney, Harrison e Starr dalla loro adolescenza negli anni ’40 e ’50 sino allo scioglimento del gruppo avvenuto nel 1970. Molto accurato nei particolari, si legge che è un piacere. In particolare dedica un ampio spazio ai primi anni del quartetto, quando ancora la fama era lontana (un periodo spesso trascurato in molti testi), così come si sofferma ampiamente sui tristi mesi finali che portarono quattro ragazzi cresciuti insieme a riuscire a fatica a stare nelle stessa stanza senza discutere. Unica pecca è un nemmeno troppo velato astio dell’autore nei confronti di Paul McCartney. Spesso non manca infatti di rimarcare lati sgradevoli dell’uomo (certamente presenti) così come alcuni difetti delle sue composizioni mentre invece è decisamente più incline a perdonare l’egocentrismo di Lennon e a soprassedere su alcuni suoi eccessi. Nonostante ciò rimane un’irrinunciabile lettura per quanti non siano ancora a conoscenza della storia dei Fab Four senza trascurare che, presenti sullo sfondo, vi sono continui riferimenti al contesto storico, sociale e politico.

Venuti a conoscenza delle vite dei quattro, è il momento di addentrarci “dentro” la loro opera e ritengo che nessun testo possa svolgere tale compito meglio di The Beatles. L’opera completa, di Ian Macdonald, anch’esso pubblicato da Mondadori. Dopo un iniziale capitolo dedicato al decennio (in particolare all’influenza delle droghe psichedeliche e dei movimenti di protesta), l’autore passa ad analizzare ognuna delle 211 canzoni pubblicate dal gruppo. Di ogni brano vengono fornite le indicazioni indispensabili: stesura, esecuzione vocale, significato del testo, impiego degli strumenti, data di pubblicazione). Tanto più è importante la canzone quanto più spazio viene a essa dedicato (in media si va dalla mezza pagina alle quattro/cinque). Essendo stato vicedirettore del New Musica Express, l’autore non lesina un giudizio personale e dunque, per definizione suscettibile di critica, su ogni brano. Netto per esempio il suo parere sulla bellissima “While My Guitar Gently Weeps” di Harrison, definita invece «una rischiosa impresa nell’idioma heavy», aggiungendo addirittura che il brano «trasuda una minacciosa presunzione che diventa rapidamente fastidiosa». Anche in questo caso però, come per Shout, non si può non parlare di una lettura obbligata nonché interessantissima grazie anche a un ampio glossario finale (che consiglio di leggere però prima di tutto il resto) di termini tecnici specialistici (arpeggio, distorsore, riff, effetto wha e molti altri ancora).

Una volta conclusi questi due libri, il lettore potrà ormai dirsi un esperto dei Beatles. Rimane però, per il vero appassionato, un’unica curiosità: come lavoravano i quattro all’interno dello studio di registrazione? Come hanno preso forma alcune delle più belle canzoni del ventesimo secolo? A questa domanda potrà rispondere Beatles – 8 anni ad Abbey Road, di Mark Lewisohn, pubblicato da Arcana. Si tratta di un resoconto completo di tutte le giornate passate in studio dal gruppo, dal 6 giugno 1962 all’8 maggio del 1970. Giorno per giorno scopriamo come i tecnici del suono e il produttore George Martin hanno aiutato i quattro a creare suoni che all’epoca parevano irrealizzabili; quando John Lennon chiedeva che la sua voce assomigliasse a quella del Dalai Lama che espediente hanno usato? E quando Mccartney richiese che in Sergeant Pepper si sentissero i rumori del circo a quali sonorità sono ricorsi? Come erano le prime versioni delle canzoni a noi note? Infine, l’8 agosto del 1969, il giorno in cui i Beatles hanno attraversato le strisce pedonali di Abbey Road per una delle più celebri copertine della musica rock, che brano hanno registrato? Arricchito da una intervista dell’autore con Paul Mccartney, questo libro è sicuramente un diario prezioso per tutti gli amanti del gruppo. Impossibile non leggerlo con passione e curiosità.

Bene, adesso sapete proprio tutto, non rimane che chiudere facebook, spegnere Iphone e Ipad e mettere sullo stereo l’opera completa…. Meglio se in vinile!

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