“Zero Zero Zero” di Roberto Saviano

di / 20 giugno 2013

Bianca come il latte. Soffice come la neve. La più desiderata nel mondo. Insidiosa e provocatrice, fa promesse con clausole che nessuno legge. Prostituta di prestigio, passa di persona in persona senza tradire le aspettative di nessuno. Conosciuta con diversi epiteti, il suo nome identificativo è cocaina. Questo e molto altro ci ricorda un documentato e disgustato Roberto Saviano in Zero Zero Zero (Feltrinelli, 2013). Con un avvertimento: chiunque ti circondi abusa della White Lady, la farina Zero Zero Zero. Probabilmente anche la persona che scrive. O forse proprio tu che leggi.

Come ogni storia che si rispetti, anche quella della cocaina ha un proprio Big Bang che parte con “El Padrino o “Kiki”, all’anagrafe Félix Gallardo, Messico. E proprio come ogni storia che si rispetti, si parte dal singolo per creare un’organizzazione basata su regole ferree. Così seguono tradimenti, lotte interne, sradicamenti, diramazioni che si diffondono in tutto il mondo. Un vero e proprio sistema governativo che si nutre di vuoti e problemi interni, si insidia nelle retrovie diffondendo violenza e paura, grazie all’appoggio di un sistema di banche internazionali e a un business a scatole cinesi che si rendono garante di un’economia solida. Organizzazioni (o cartelli) messicane e colombiane che addestrano bestie violente e fanno affari con l’albero della ’ndrangheta calabrese, le mafie italoamericane, i camorristi di Scampia, la Mafija russa. Tutte con veri e propri capi di Stato (anche donne) che impongono regole, stabiliscono rotte e nuovi sistemi di scambio, codici identificativi e nuovi sistemi di trasporto, diversi tipi di tagli e qualità della merce. Perché la coca è infinita, la coca è certezza, la coca è mercato sicuro. Si addestrano muli (i trasportatori di ovuli) in Africa, si comprano armi, si ricicla e ricicla all’infinito il denaro sporco dei traffici anche dalle carceri spagnole, le preferite dai boss di tutto il mondo. Madrid diventa la Wall Street della polvere bianca, e i pochi testimoni che denunciano si sprecano e vengono fatti tacere. I cani della polizia diventano fedeli alleati da scortare per continuare la lotta contro il malebianco.

Dalla polvere è nato il tutto. Così la Dea Madre Cocaina continua a dispensare generosamente i suoi effetti apparentemente innocui ed eccitanti, nascondendo le tracce di sangue e terrore che si porta dietro.

Dal venditore al compratore, Saviano setaccia tutte le tappe della farina più desiderata e ricercata al mondo. Alterna lirismo e veri e propri saggi documentati di fatti, numeri, nomi, date. Cerca di toccare le corde dei più esigenti e dei più emotivi. Alterna la descrizione del business a quella della violenza. A conti fatti però, non si capisce se Saviano vuole semplicemente documentare o cerca di sensibilizzare il lettore sulla sua posizione scomoda e le sue paure più profonde. Il vero lettore sa ascoltare e giudicare da sé, e anche se Saviano dichiara di non fidarsi di nessuno, potrebbe almeno mostrare un minimo di fiducia nei confronti del suo pubblico più fedele.


(Roberto Saviano, Zero Zero Zero, Feltrinelli, 2013, pp. 448, euro 18)

  • condividi:

Comments

News

effe

“effe – Periodico di altre narratività” numero dieci

“effe – Periodico di altre narratività” numero dieci

Archivio