“Questi sono i quaranta” di Judd Apatow

di / 5 luglio 2013

Una commedia dal sapore comico e amaro allo stesso tempo; esilarante e a tratti grottesca: brevi ed esaustive le frasi di cui necessita la quarta fatica di Judd Apatow per essere descritta. Spin off del già noto Molto incinta, Questi sono i quaranta esplora la quotidianità di Pete e Debbie (Paul Rudd e Leslie Mann) cinque anni dopo la loro prima apparizione e alla soglia dei fatidici quaranta, con i problemi, le paure e i disagi che spesso questo traguardo porta con sé.

Padre e madre in una famiglia modello spot anni ottanta, Pete e Debbie vivono insieme alle loro due figlie, Charlotte e Sadie, in una confortevole casa di un ricco quartiere residenziale americano: una patinata copertina che cela dietro sé una realtà ben diversa da quanto appare.

Sin dalle prime scene, infatti, la coppia si scopre in una crisi generazionale che porta con sé tutti i problemi legati alla loro età, ma anche a fatti contingenti: l’etichetta discografica di Pete naviga in cattivissime acque; la boutique di Debbie si ritrova in negativo di svariate migliaia di dollari e, come se non bastasse, Pete deve mantenere, a insaputa della moglie, un padre sfaccendato e irresponsabile. A complicare il tutto ci si mettono le manie di perfezionismo dell’ossessiva Debbie, che pretende di avere tutto sotto controllo come la maggior parte delle madri di famiglia, e l’indolenza di Pete che, anziché affrontare di petto con il sostegno della moglie la sua difficile situazione lavorativa, si chiude a riccio e si lascia andare, cercando conforto nei dolci e nel cibo spazzatura

Uno scorcio di vita quotidiana, una fotografia di un periodo lieto quanto cruciale: Questi sono i quaranta rappresenta una perfetta sintesi delle contraddizioni, delle angosce, ma anche delle gioie che gli uomini comunemente vivono all’indomani della gioventù e in attesa della terza età. L’umorismo a tratti grossolano, tipico dello stile del regista, si ripresenta come una promessa mantenuta; ma la firma di Apatow si riconosce anche dalla tipologia di commedia, basata sul dialogo e sull’episodio apparentemente fine a se stesso. Solo sul finale ogni avvenimento prenderà forma all’interno di una vicenda molto più complessa, come il tassello che va a comporre un grande puzzle.

Goliardico e scanzonato solo in apparenza, il film vuole in realtà offrire uno spunto di riflessione sulla vita che sogniamo e la vita che viviamo; un perpetuo scambio tra realtà e finzione, vita ideale e vita vissuta. Il sogno incarnato dai coniugi belli e ricchi racchiude il disfacimento di una coppia che ha perso il desiderio. Desiderio dell’uno verso l’altra, ma anche desiderio verso la vita: l’ossessiva ricerca di perfezione fa perdere a Debbie l’hic et nunc dell'attimo che tenta invano di possederla; l’incapacità di incarnare questa infallibilità fa perdere a Pete la voglia di provarci. Emblematica in questo senso la scena in cui Pete si schianta con la bici addosso allo sportello di un’auto inavvertitamente aperto da un uomo il quale risponde ai suoi leciti insulti ricoprendolo di botte. La moglie, dopo aver assistito all’incidente, con estrema calma e sangue freddo lo porta in ospedale e non appena riapre gli occhi comincia a parlargli nuovamente dei loro problemi coniugali.

Il messaggio saliente di questa tragicomica pellicola è che troppi dilemmi esistenziali, spesso, fanno perdere di vista l’esistenza stessa. Vivere chiedendosi come sia giusto vivere porta l’individuo a perdere il rapporto corporeo con il mondo.

Forse Apatow non immagina nemmeno di essere arrivato così in fondo.

Del resto, Questi sono i quaranta viene presentata come una commediola per trascorrere dei buoni minuti spensierati.

 

(Questi sono i quaranta, di Judd Apatow, 2012, commedia, 134’)

 

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