La collezione Netter al Palazzo Reale di Milano

di / 20 luglio 2013

Fino all’8 settembre, il Palazzo Reale di Milano ospita la mostra Modigliani. Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter, che comprende 120 opere, non solo del grande maestro livornese, ma anche di altri artisti che come lui hanno vissuto e animato la Parigi degli inizi del secolo scorso. Dopo il grande successo ottenuto alla Pinacothèque de Paris dal curatore Marc Restellini, viene esposta per la prima volta in Italia la collezione di Jonas Netter, conoscitore, scopritore di talenti e grande amatore dell’opera di Modigliani, tanto da ottenere nel 1920 l’esclusiva sulla sua produzione artistica.

Fin dalla prima sala, l’allestimento appare moderno e lineare, con dei pannelli informativi abbastanza esaurienti, stampati come fossero sul retro di una tela. L’attenzione viene subito calamitata verso una delle più importanti opere presenti in mostra: “Le grandi bagnanti” di André Derain del 1908.

L’opera è stata realizzata contemporaneamente a “Les demoiselles d’Avignon” di Picasso e, insieme a quest’ultima, diventa un manifesto per la cultura artistica dell’epoca. Le figure imponenti, scolpite con colori materici, sono evidenti riferimenti a un’arte primitiva e il paesaggio sullo sfondo vibra di moderne forme geometriche.
 


Il percorso comincia analizzando i paesaggi di Utrillo, altro pittore dalla tragica storia personale segnata dall’alcolismo, che faceva parte del fermento creativo di Montparnasse, e continua con la madre Suzanne Valadon, modella di Degas e di Renoir, pittrice e amante di molti artisti come Erik Satie – Toulose-Lautrec la paragonava alla Susanna biblica concupita da due vecchioni –, con i suoi dipinti sorprendenti.

La “Veduta di Corte (Corsica)”, del 1913, è un prezioso sguardo su un piccolo paese perso tra i monti e fermo nel tempo, un rifugio dalla frenetica capitale francese.

Nella sala dedicata ad Amedeo Modigliani viene analizzato meglio il rapporto che ebbe con il collezionista Netter, introducendo la figura del mercante Zborowski, primo vero ammiratore del maestro italiano. Sono esposti alcuni tra i suoi importanti ritratti come la “Bambina in abito azzurro” del 1918 e la “Giovane donna seduta con camicia bianca” del 1919, a sottolineare l’importanza che ha avuto per Modigliani questo genere – celebre è la frase che disse a Diego Rivera dinnanzi a un attentissimo Picasso: «Paesaggi! Ma non farmi ridere, il paesaggio non vive!»
 


Fu lo stesso Modigliani a presentare Soutine a Netter, passandogli il testimone poco prima di morire – «Non prendertela, io me ne vado, ma ti lascio Soutine». L’ultima sala nella quale vale la pena soffermarsi è proprio quella dedicata a questo eccentrico artista di origine russa dallo stile crudo e immediato. L’opera che più rimane impressa è “Il bue” del 1920, un omaggio al “Bue squartato” di Rembrandt, sia per il soggetto e per i colori vibranti, che per la storia che c’è dietro: per ottenere un miglior risultato Soutine si portò una vera carcassa a casa come modello per il suo dipinto, ma dopo qualche giorno i vicini si lamentarono per il cattivo odore, quindi fu costretto a imbalsamarla con la formaldeide, ma per rendere comunque vivida la carne ogni giorno la cospargeva con litri di sangue.
 


La mostra è da ritenersi valida nonostante il titolo fuorviante che induce il visitatore a pensare che Modigliani ne sia l’assoluto protagonista. La collezione Netter, sconosciuta ai più, è un chiaro paradigma di quello che succedeva nella Ville Lumière nei primi anni del Novecento. Modigliani. Soutine e gli artisti maledetti costituisce dunque una buona occasione per ammirarla, dal momento che è stata inaccessibile per venti anni.

 

Modigliani. Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter
Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12, Milano
21 febbraio – 8 settembre 2013

Ulteriori informazioni qui.
 

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