“Triviale. Dietro le cattive intenzioni” di G. Galanti, A.O. Meloni e M. Modula

di / 26 agosto 2013

È notte. Un uomo dall’aspetto criminale attende che un altro esca dal proprio negozio e quando questo si abbassa a chiuderne la serranda lo attacca alle spalle puntandogli una pistola alla testa: un’aggressione, un nuovo sopruso che già si intuisce commesso dalla mafia. Ma mentre tutto questo accade, in alto a destra del disegno si nota una piccola figura nera, appostata sulla terrazza di un edificio. Improvvisamente una freccia viene scagliata nell’oscurità, colpisce il malavitoso spaccandogli la testa e mentre il poveruomo aggredito, incredulo, guarda in alto pensando all’intervento di un angelo, nel tondo della luna piena si staglia una misteriosa silhouette: «E fu così che nella nostra città nacque la leggenda dell’angelo. Benvenuti a Triviale».

Il nuovo graphic novel Triviale. Dietro le cattive intenzioni(Verbavolant, 2013), è la storia della lotta contro una società malata e corrotta, quella della Sicilia infestata dalla mafia. Il paese vive nell’omertà, i criminali spadroneggiano e impongono le loro regole, tutto procede come è stato già. Ma in questo clima di rassegnazione e accettazione imposta, un vendicatore, un killer, un angelo, appunto, decide di farsi avanti, di agire e di tentare una svolta. Incomincia, proprio come un super eroe, a eliminare tutti i cattivi, in un conto alla rovescia che scandisce il ritmo della narrazione: meno quattro, meno tre, meno due, meno uno.

Il racconto si sviluppa secondo i canoni del noir, di quello che è stato definito una sorta di spaghetti-gangster e che non risparmia scene di morte cruenta, quelle in cui le frecce squarciano i capi, trapassando crani e aprendo teste.

Tuttavia, la storia è una storia di denuncia, che non vuole indulgere su particolari sanguinosi, bensì sulla comprensione di una realtà sbagliata, corrotta, che deve essere cambiata.

I testi di Gabriele Galanti e Angelo Orlando Meloni insistono sui dialoghi tra mafiosi e sul confronto tra chi vuole fare qualcosa e si lamenta del silenzio e chi lo accetta. I balloonssono essenziali, non abbondano certo, ma sono esattamente quelli necessari al procedere del racconto.

In molti casi sono i disegni in bianco e nero di Massimo Modula a dire tante cose, nelle espressioni e nei volti contorti e adombrati dei criminali. La sua opera grafica risulta coerente alla storia, le tante sfumature e i chiaroscuri presenti, soprattutto sui volti, definiscono bene le atmosfere e gli stati d’animo dei personaggi. In alcune tavole le facce dei mafiosi sembrano delle maschere deformate che creano una dimensione grottesca-infernale, mentre tutto assume un tono più sospeso nei disegni dedicati a scene notturne, tra le più belle, dal punto di vista grafico, dell’intero romanzo.

Questo fumetto è ambientato non solo in Sicilia, ma più ampiamente in un’Italia di cui si vuole sottolineare il lato in rovina, non per demolirla ancora di più, ma per spingere alla consapevolezza e all’azione, proprio come secondo l’esempio dell’angelo vendicatore protagonista del racconto. In conclusione della storia appare l’immagine di chi egli sia, ma a seconda che il lettore rimanga più o meno soddisfatto della sua identità, non può non essere colpito da quella figura che si impone nell’ultima pagina e che si sa avere un valore simbolico potente. Un eroe che combatte per Triviale, per la Sicilia e per noi che abbiamo bisogno di vedere che le cose possono cambiare.

 

(Gabriele Galanti, Angelo Orlando Meloni e Massimo Modula, Triviale. Dietro le cattive intenzioni, Verbavolant, 2013, pp. 144, euro 15)

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