“I delitti del BarLume”, dai libri di Malvaldi al piccolo schermo

di / 11 dicembre 2013

Il burbero barista del BarLume di Pineta – paesino fittizio situato in Toscana creato per l’occasione –, quattro arzilli vecchietti curiosi e testardi e due delitti da risolvere. Tra giallo e commedia Marco Malvaldi presta alla televisione i suoi libri per la nuova produzione di Sky. I due episodi (due film di circa un’ora e un quarto) andati in onda l’11 e il 17 novembre non seguono la “tradizione” portata avanti dall’emittente satellitare con Romanzo criminale, Il mostro di Firenze o Faccia d’Angelo, ma I delitti del BarLume non sfigurano solo per un taglio ovviamente diverso rispetto agli altri progetti.

Scelte azzeccate a cominciare dalla presenza di Filippo Timi nei panni di Massimo, il bisbetico gestore del bar, con problemi di salute («niente cappuccini dopo le 15») e obbligato a tenere a bada i suoi clienti più affezionati, quattro invadenti anziani armati di solo di tanta simpatia e di altrettanto tempo libero. Proprio le azioni di Aldo, Pilade, Gino e Ampelio sono alla base di tutte le indagini e tutti i guai che ne seguono soprattutto per Massimo, costretto a incrociare la sua strada con quella del commissario Fusco (Lucia Mascino, protagonista di Una mamma imperfetta, serie partita dal web e giunta fino alla Rai) per niente eccitata dalla presenza di questi nuovi “collaboratori” durante le indagini.

Ma in paese le notizie corrono, e in un modo o nell’altro i nostri sconclusionati e improvvisati investigatori troveranno comunque il modo di ficcare il naso in faccende che non li riguardano tirando in mezzo non solo Massimo. Sullo sfondo di questo circolo investigativo l’avvenente Tiziana, barista del BarLume, gioca il ruolo di coscienza del povero Massimo, stressato dalle turbolenze create dai suoi vecchietti di fiducia, continuamente rincorsi come dei bambini per non permettergli di ficcarsi in altri guai (intento quasi mai riuscito). Proprio lei, fidanzatissima, sarà la causa dei più grandi dilemmi etici di Massimo che ne è segretamente innamorato ma impossibilitato a uscire allo scoperto. Da qui nascono fantasie e rapidi intermezzi erotici un po’ fuori dal filo della narrazione che non hanno mancato di fare storcere il naso a qualche affezionato dei libri di Malvaldi.

Lo stesso scrittore comunque ha avallato le scelte della produzione avendo partecipato in prima persona al progetto come sceneggiatore, quindi nessun pericolo di snaturare le sue opere con una trasposizione televisiva. Adesso resta da vedere se Sky e La7, che ha preso i diritti per la trasmissione in chiaro dei due film, saranno stati così soddisfatti del loro lavoro da procedere con la realizzazione di altri episodi (della serie dei delitti del BarLume fanno parte altri due libri non ancora utilizzati da Sky). Purtorppo però il paesino di Pineta e i nostri protagonisti dovranno fare a meno di Ampelio (zio di Massimo), interpretato dal compianto Carlo Monni scomparso dopo la fine delle riprese.

Scontato il consiglio della visione, non solo per l’effettiva qualità del prodotto ma anche e soprattutto perché in televisione il made in Italy sembra diventare sempre più merce rara, a maggior ragione se si parla di buon made in Italy. 
 

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