“La variante Moro” di Elena Invernizzi

di / 12 marzo 2014

La variante Moro (Round Robin, 2012) è un romanzo di Elena Invernizzi.

Una scacchiera e due giocatori che si affrontano, il Bianco e il Nero, misteriosi avversari di una partita che ha in palio lo svelamento della propria identità e dei propri segreti. Una sola condizione: ogni volta che uno dei due mangia un pezzo, l’altro deve raccontare una storia. Così, fin dalle prime mosse, i personaggi iniziano a scoprirsi: il Bianco è un reduce della Legione straniera che ha partecipato come consulente a diverse operazioni del Plan Cóndor, il programma di repressione controrivoluzionaria messo in atto negli anni Settanta dai governi sudamericani col decisivo appoggio degli Stati Uniti; il Nero è un personaggio più enigmatico e impenetrabile, estremamente informato sulle fasi del sequestro Moro avvenuto in via Fani il 16 marzo del 1978.

La partita che si svolge sulla scacchiera è il riflesso della partita psicologica in corso tra i due giocatori, che si sfidano ripercorrendo vicende personali e non, legate ad alcune delle pagine più buie e controverse della storia recente, italiana e internazionale. I due personaggi oppongono le loro esperienze, il loro sapere e la loro astuzia in una partita che diventa necessariamente metafora dello scontro strategico fra le forze in campo in quel convulso contesto storico. Una partita dove risuonano le voci delle vittime e dei carnefici, l’eco dei sospetti e dei complotti, giocata alla ricerca di qualche frammento di verità o di giustizia.

Italia e Sudamerica sono due scacchiere dove è in gioco la vita democratica di interi Paesi. Da un lato, il caso Moro, archetipo di tutti i grandi “misteri italiani”, vero e proprio “buco nero” che risucchia dentro di sé tutte le forze del sistema e dell’anti-sistema, coinvolgendo svariati e pesanti interessi politici, ideologici, strategici (dal terrorismo di sinistra alla P2, dalla ‘ndrangheta alla NATO, dalla Dc ai servizi segreti internazionali); dall’altro lato una delle più massicce operazioni di intelligence anticomunista, responsabile di una paranoica e feroce repressione in nome di quella strategia politico-militare finalizzata a «destabilizzare per stabilizzare».

L’autrice fa scorrere la narrazione sul doppio binario politico e geografico, con particolare attenzione alle analogie, gli incroci e le coincidenze che emergono tra due mondi solo in apparenza distanti. Lo fa mescolando più voci: a quelle dei personaggi si aggiungono infatti le voci dei protagonisti diretti delle vicende, tratte da interviste e testimonianze, che contribuiscono a fare luce sugli aspetti più oscuri e ad approfondire le versioni più semplificate. La ricchezza, la precisione delle informazioni e la varietà delle fonti citate danno vita a un importante lavoro di ricostruzione storica che tuttavia, tramite l’espediente narrativo della competizione tra il Bianco e il Nero, non si arena nella semplice cronaca. Anzi, si vivacizza e si arricchisce di tensione drammatica nel sottile duello tra i due giocatori, tesi a carpire il segreto l’uno dell’altro e quindi a trovare una risposta agli interrogativi che si susseguono mossa dopo mossa, e che sono gli stessi interrogativi che la storia non smette di porci.


(Elena Invernizzi, La variante Moro, Round Robin, 2012, pp. 311, euro 15)

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