“Il dono della menzogna”
di Ronaldo Correia de Brito

di / 10 novembre 2014

È il fascino di un Sudamerica carico di storie, di emozioni, che è sospeso tra povertà e modernità, quello che si respira a pieni polmoni tra le pagine de Il dono della menzogna, il primo romanzo di Ronaldo Correia de Brito recentemente pubblicato da gran vía edizioni. Il libro, che esce nella collana gran vía original, dedicata proprio alla narrativa spagnola e latinoamericana, è tradotto da Daniele Petruccioli ed è una sorta di riflessione, che va oltre la storia raccontata, intorno a un Brasile che si trasforma, che nostalgicamente e, forse per certi aspetti con troppa lentezza, si apre al cambiamento. È necessariamente, allo stesso tempo, un inno alla saudade attraverso le vicende di una saga familiare che richiama alla mente la letteratura di maestri come Gabriel García Márquez, Mario Vargas Llosa o Isabel Allende. E forse il punto di forza di questo romanzo, che ha ottenuto il premio São Paulo de Literatura, è proprio qui, in questo essere perfettamente in equilibrio tra delicatezza e crudeltà, tra passato e futuro, in questo essere collocato in un limbo, nella lingua quanto nei contenuti, di una terra e di una letteratura che mutano: un “realismo” assolutamente meno “magico” e più razionale, una terra che in qualche modo si globalizza e accetta questa post-modernità ma non la incarna, ne resta comunque in qualche misura estranea. Siamo al confine, dunque, e i luoghi di confine producono innesti interessanti, sfumature indefinibili e forse affascinanti proprio in quanto tali, perché una volta catturate da una definizione si è dentro un nuovo genere.  E forse si è un po’ in gabbia.

Quasi come fosse una dimensione altra, quindi, siamo catapultati nel sertão, una regione del Brasile settentrionale, e Galilea è il nome, di chiara origine biblica, di una fazenda di questa regione. Primigenia e poverissima, lontana dal boom economico e dal progresso, Galilea è più di uno sfondo alle storie che si intrecciano sul suo suolo: qui tornano dopo diversi anni Adonias, protagonista e narratore, e i suoi due cugini Ismael e Davi, perché Raimundo Caetano, nonno dispotico e rigido estimatore della Bibbia, sta per morire. I tre, che erano emigrati altrove per cercare fortuna, si rincontrano con il resto della famiglia, reimmergendosi nella loro terra e nelle loro radici. Un incontro che li proietta all’interno di un flusso di pensieri e di ricordi, spesso poco chiari, burrascosi o clandestini, in cui la memoria individuale non può che farsi collettiva e in un certo senso potenziarsi, ma, come la doppia faccia di una moneta, al contempo si frammenta e si perde tra le pieghe del passato.

Il pretesto scatenante de Il dono della menzogna è uno dei tòpoi più sfruttati della letteratura, un ritorno a Itaca che evolve, però, in maniera moderna e straniante: Adonias, che è nel frattempo diventato psicanalista, si ritrova di fronte a un ambiente ormai molto diverso da quello che aveva lasciato, in cui non può che sentirsi estraneo. La struttura è funzionale allo scopo di tener viva l’attenzione nel lettore: ogni capitolo si propone di approfondire la figura di uno dei membri di questa numerosa famiglia, svelando retroscena e tratteggiando ritratti autentici, che insistono sul legame con questi posti. L’incontro col passato si rivela doloroso e il ritorno alle origini quasi impossibile, dato l’impatto crudo e spietato derivante dalla consapevolezza di un cambiamento, di un’evoluzione interiore.

In primis saranno la copertina e il titolo a catturarvi, accattivanti ed evocativi. E poi il testo, che è inquieto, a tratti psicanalitico e ricco di aneddoti che descrivono tradizioni e leggende brasiliane. E se tra gli obiettivi principali di un romanzo c’è quello di parlare al lettore, Ronaldo Correia de Brito lo centra in pieno, nonostante una trama piuttosto classica, grazie alla padronanza del linguaggio e alla narrazione serrata, scorrevole e coinvolgente che, come un pungolo doloroso ma necessario, porta riflessioni e considerazioni; porta a fare i conti col passato. Ognuno col suo.

(Ronaldo Correia de Brito, Il dono della menzogna, trad. di Daniele Petruccioli, gran vía, 2014, pp. 264, euro 16)

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