“Via Ripetta 155”
di Clara Sereni

Un amarcord nella Roma degli anni ’70

di / 28 maggio 2015

Via Ripetta 155 (Giunti, 2015), di Clara Sereni, semifinalista al Premio Strega 2015, inizia così: «La causa prima fu che sono snob». Lo snobismo è la cifra di questo breve romanzo, di una vita che si svolge in via Ripetta tra amici e conoscenti che non sono soltanto Citto, Mario, Peppino ecc., ma Citto Maselli, Mario Socrate, Giuseppe Rotunno ecc.

Ci viene presentata una Roma bohèmienne, ma rassicurante dopo tutto. Sullo sfondo corrono, anch’essi innocui, i grandi fatti della storia che stanno là come cartelli segnaletici di ciò che avviene d’importante nel mondo “di fuori”.

La narrazione è (senza ombra di dubbio?) autobiografica o, comunque, costruita in modo tale da apparire mimetica nei confronti di fatti e situazioni che hanno o potrebbero aver attraversato la vita dell’autrice. Una vera o presunta autobiografia (a me pare vera!) che ci rivela molto poco e rimane su una gradevole e rassicurante superficie. I fatti, nella loro innocenza bonaria e ipnotica, che siano privati o pubblici, non evocano forti emozioni e sorprese.

La lingua usata ha un effetto neutralizzante e omogeneizzante, per cui non c’è molta differenza tra la partecipazione alla mostra cinematografica di Pesaro e di Venezia, l’incontro con un’amica, la relazione con un fidanzato, la morte del padre. E forse proprio in questo il romanzo trova il suo riscatto, in uno stile mediano e sonnolento che accompagna e non fa sussultare, in una scelta di equiparare (nel lessico e nelle strutture sintattiche) vicende che, invece, potrebbero collocarsi a estremi diversi.

Via Ripetta 155 si può leggere comodamente distesi su una chaise longue, in un pomeriggio caldo ma ventoso d’estate, circondati da un giardino fresco, sorseggiando una bibita e talvolta sollevando la testa presi da un ricordo lontano o dalla nostalgia di un passato remoto.

Sì, perché un altro tratto del testo è il vago soffermarsi sul tempo trascorso, sulla giovinezza di un tempo, sulle grandi o piccole esperienze eroiche. Però i personaggi e le vicende narrati dalla Sereni restano a una dimensione, e la loro evanescenza acquerellata serve (forse), a chi già visse l’epoca del ’68 e dei primi anni ’70, per ritrovarsi e riconoscersi, facendo appello ai sottili reticoli che il romanzo costruisce.

 

(Clara Sereni, Via Ripetta 155, Giunti 2015, pp. 208, euro 14)

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LA CRITICA

La scrittura della Sereni è abile e precisa. Si muove con disinvoltura. Non crea trabocchetti. Conduce con mano, sicura. Ne siamo certi fin dall’inizio che non ci saranno né choc né disillusioni. Un romanzo placido e ben scritto, rapido e indolore. Senza troppe scoperte. Senza troppe sorprese.

VOTO

6,5/10

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