“Il Karma del Pinolo”
di Luigi Cecchi
Il perfetto connubio tra fantasia e grottesco
di Antonio D’Ambrosio / 3 dicembre 2015
Se cercate una lettura che vi garantisca un sicuro appiglio alla realtà, sappiate che l’ultimo libro di Luigi Cecchi, Il Karma del Pinolo (Del Vecchio editore, 2015), non soddisfarebbe le vostre aspettative. Già, perché in questo caso il reale è solo l’abito che riveste il corpo narrativo e che, sfilandosi pian piano, ne manifesta la vera natura.
Innanzitutto, si tratta di 17 simpatici racconti non eccessivamente lunghi, che sebbene siano cuciti all’interno della stessa copertina, non hanno nulla in comune: sono storie autonome che vantano un’unica chiave di lettura possibile, la fantasia. Cecchi ha lasciato che la sua vagasse incontrollata per dare vita, per esempio, a una specie di puzzola dal «corpo vagamente serpentino» e con due occhi da lumaca, che con uno sturalavandini fa sparire le persone in fila alla posta; a un angelo che fuma Lucky Strike e mangia Kit Kat e che stende una vecchietta con un pugno; a un antico edificio che partorisce; a un uomo che crede di essere Dio; a un signore che rapisce il tempo perso altrui; a un ragazzo che per salvarsi dall’imminente temporale finirà in un negozio da tè e aiuterà il proprietario a trovare il senso della realtà della sorella; a una casalinga maniaca dell’ordine e della pulizia che al posto di un apriscatole acquista un apricervello col quale fa pulizia persino nell’encefalo del marito. Insomma, un miscuglio di ingredienti eterogenei, amalgamati alla perfezione, per una raccolta succulenta.
Ciò che sin dal primo racconto spiazza è la naturalezza e la spigliatezza con cui l’autore, nel descrivere eventi che non hanno una logica spiegazione, introduce ex abrupto un elemento non naturale che immediatamente pone una risoluzione agli enigmi che né i personaggi né tantomeno i lettori riuscivano a spiegare con gli strumenti del mondo reale.
Tutti i racconti (o quasi) hanno una struttura simile: muovono da una situazione all’apparenza normale, che inizia a mostrare però nel corso della narrazione un equilibrio precario, che finisce inevitabilmente per rompersi. È a questo punto che irrompe l’anormale, mescolando in chi legge stupore, incredulità e sorriso. Talvolta Cecchi aggiunge anche qualche finale tragico, per spezzare il continuum umoristico e costruire una variopinta architettura narrativa, prestando sempre attenzione a non confondere i due piani e a tenerli nettamente distinti, evitando una fusione tragicomica.
La scrittura fluisce leggera, indugiando talvolta su alcuni aspetti poco funzionali alla piega che prenderà il racconto, e creando una struttura a incastro che in alcuni punti comporta necessariamente un’accelerazione temporale. Per capire meglio: uno dei racconti più lunghi, “Studenti”, narra il ritorno a casa in treno di tre amici, due ragazzi e una ragazza, dopo la scuola. Ma in apertura si parla di come venga strattonata e inondata da una marmaglia di giovani la signora Anna, proprietaria di una tabaccheria, mentre scende dal treno. Tutto fa presupporre che la protagonista sia lei. Ma la tabaccaia riconosce tre ragazzi, e dai suoi ricordi, la narrazione si sposta su di loro. Ecco, dunque, i veri protagonisti ritratti nei loro discorsi in un vagone deserto? Macché! Su quel vagone c’è anche un ladro di tempo perso, che gli è necessario per sopravvivere. Parlando un po’ con i ragazzi, lo vedremo in due/tre pagine invecchiare di colpo e poi morire all’improvviso. La sua morte è trattata come un flash, lasciando al lettore la voglia di sapere se il corpo verrà ritrovato, che fine faranno i ragazzi una volta scesi dal treno e magari anche che fine abbia fatto la cara signora Anna, di cui nel frattempo ci si è dimenticati.
Ma d’altronde, come ci ha già insegnato tempo addietro Elsa Morante, attraverso il racconto l’autore non ci restituisce un’intera visione di mondo, ma solo una porzione di esso. E in questo Luigi Cecchi è stato davvero impeccabile.
(Luigi Cecchi, Il Karma del Pinolo, Del Vecchio editore, 2015, pp. 240, euro 15)
LA CRITICA
Una raccolta dalla prosa agile e scorrevole, che battezza il connubio tra racconto fantastico e racconto umoristico. Con un pizzico di tragico.
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