Peter Hook & The Light @ Warehouse, 7 Maggio 2016

L'ex Joy Division è ancora, per fortuna, molto Joy Division

di / 11 maggio 2016

Qualche sera fa, Roma sembrava Manchester ed è tornata indietro di 35 anni circa. Non stiamo parlando di calcio. In un club della Salaria, zona famosa per altri tipi di svaghi notturni, è andato in scena uno dei concerti più intensi dell’anno, anche se siamo ancora a maggio. Quindi ora, senza troppe frasi retoriche o giri di parole, vi racconteremo che cosa è successo al Warehouse.

Il protagonista di questa magnifica serata si chiama Peter Hook, musicista inglese e, per alcuni, grandissimo paraculo. Ma essere paraculi è anche un’arte, un po’ come copiare a scuola, e il caro Peter ne è tra gli esempi più lampanti. I suoi detrattori lo accusano, in sostanza, di aver fondato una cover band dei Joy Division con la quale ripropone i due album dello storico gruppo di Manchester, piazzando qua e là pure qualche brano dei New Order. Tutto ciò è in parte vero, ma è davvero un problema? Piccolo passo indietro, come sempre.

I Joy Division, Unknown Pleasures, Closer, Ian Curtis, “Love Will Tear Us Apart”. La loro malinconica e struggente bellezza post–punk la conoscono tutti. Le loro t–shirt con la copertina disegnata da Peter Saville nel 1979, quelle pulsazioni elettromagnetiche diventate popolari quasi quanto le magliette con Che Guevara. La depressione, i problemi coniugali, l’epilessia ed il suicidio di Ian, come spiegato in un documentario, spingono la band a fondare i New Order. Blue Monday e la new wave impazzano nell’Inghilterra thatcheriana degli anni ’80, decennio di scioperi, violenza e tanta buona musica. I New Order segnano quel periodo, decisamente.

Arriviamo poi al 2010, quando Peter Hook decide di fondare una propria band, i Peter Hook & The Light, concludendo amaramente così la sua esperienza con i New Order. Ed eccoci qua a raccontare cosa abbiamo visto al Warehouse di Roma. La sala del concerto si riempie velocemente, con gente di tutti i tipi e di tutte le età: spiccano nostalgici 40enni e 50enni ancora incravattati, ma soprattutto ci sono tanti appassionati di musica più giovani. Atmosfera rilassata ma impaziente allo stesso tempo. La band sale sul palco poco dopo le 22:30 e si inizia subito con alcuni celebri brani dei primi New Order come “ICB”, “Way Of Life” e “Leave Me Alone”. Il pubblico apprezza ma per il momento solo le prime file si scaldano. Il vero delirio deve ancora iniziare. Dopo una breve pausa, Peter Hook ed il resto del gruppo tornano sul palco e, in sostanza, suonano tutto Closer senza fermarsi: il secondo e ultimo album dei Joy Division fa scatenare e ballare i presenti, i quali si sciolgono con le note di “Isolation”, il gothic rock di “Colony”, le cupe atmosfere di “Heart And Soul”, “The Eternal” e “Decades”. La band suona divinamente, la voce di Hook cambia e adatta di volta in volta la sua modulazione al brano, mentre tastiere, chitarre e synth fanno il resto in completa armonia. Prima della seconda pausa, lancio della maglia e fan che si uccidono nel tentativo di accaparrarsi il prezioso cimelio.

Ritornati sul palco, si entra nel vivo del concerto: subito dopo “Digital” parte Unknown Pleasures con “Disorder” e gli altri cavalli da battaglia
dei Joy Division, le possenti “She’s Lost Control”, “Shadowplay” ed “Interzone”. Altro album suonato e cantato alla perfezione, senza sosta. Il concerto si chiude con “Transmission” e con il brano più famoso della band, “Love Will Tear Us Apart”. In un attimo la sala si trasforma e accompagna l’ex bassista dei Joy Division cantando tutto il pezzo dall’inizio alla fine, fino al coro finale che non sembra mai finire. Abbracci, saluti e qualche lacrima sanciscono la fine di una serata speciale.

Bilancio finale: 31 brani suonati e quasi 3 ore di musica. La sala si svuota lentamente e si intravedono molti sorrisi, tutti di diverso tipo. Uno
spettacolo unico, forse sì da paraculi ma comunque unico e ricco di suggestione, misto all’invidia di chi quegli anni non li ha vissuti. I detrattori di Hook dovrebbero prima fare un salto ad uno dei suoi concerti, magari negli USA dove i biglietti per il concerto di novembre a Chicago sono già terminati.

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