“Trenches”
Degli Stolen Apple

L'esordio della band di Firenze

di / 28 aprile 2017

Trenches degli Stolen Apple è un esordio maturo, riuscito e appassionante. Ma andiamo con ordine e vediamo come tutto ha avuto inizio iniziato. È il 2008 e siamo a Firenze. Gli attori protagonisti sono: Riccardo Dugini (voce, chitarra), e Luca Petrarchi (voce, chitarra), entrambi ex membri dei Nest. Da lì a breve si aggregano Massimiliano Zatini al basso e Alessandro Pagani, batterista dei Subterraneans e attivo presso la realtà di Valvola/Shado Records. La formazione è conclusa: non resta che suonare e dopo tanti anni  passati sui palchi italiani, possiamo finalmente ascoltare il loro primo prodotto discografico, Trenches .

Dai primissimi ascolti, l’aspetto che più colpisce del lavoro è la potenza del suono. L’impatto è impetuoso e gli Stolen Apple riescono in maniera genuina e incisa a rendere anche in sala di registrazione la forza di un suono live intessuto tra gli scambi delle chitarre, la voce (che canta in inglese) e la sezione ritmica. Una maturità e un “self control” compositivo lampante, un uso dei proprio mezzi ben calibrato ed espresso nella bravura con cui il gruppo alterna il proprio registro di generi. Trenches – nome che rievoca la terribile vicenda di Ernst Lossa, bambino jenisch ucciso durante la guerra dai nazisti nell’ implicazione del folle progetto di sterminio degli individui non autosufficienti – è composto da dodici tracce e si passa così dall’indie rock con venature shoegaze e psych all’alt country. È un lavoro composto da una stessa anima rock dalle interessanti e molteplici sfaccettature: la band sa come accelerare sfociando in ruggenti sfuriate rock e quando rallentare per delle intense ballate rimanendo sempre coerente.

L’uno-due iniziale è molto buono: abbiamo l’elettrico crescendo di “Red Line” e la potenza di “Green Dawn”. E che “Pavement” sia un poco velato omaggio ad una band i cui echi musicali si senteno spesso nel disco? Parlavamo di chitarre in primo piano e “Falling Grace ” vale più di mille giri da parole. “Mystery Town” invece è la ballata desertica che si accompagna perfettamente allo scenario impresso nella copertina di Trenches: un album che non concede abbassamenti di livello e di interesse d’ascolto, anzi. La track list è ben congegnata nell’alternanza delle varie impronte musicali, fornendo un discorso musicale molto coerente e gradevole.

In conclusione, Trenches degli Stolen Apple è un’uscita discografica da non perdere nel maremagnum musicale alternativo attuale. Un prodotto Made in Italy di taglio internazionale ispirato ed energico. Da ascoltare a ripetizione, nell’attesa di vedere la band dal vivo nella vostra città.

 (Trenches, Stolen Apple, Indie Rock)
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LA CRITICA

I fiorentini Stolen Apple, dopo anni di militanza live, con Trenches realizzano un esordio discografico da promuovere a pieni voti.

VOTO

7/10

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