“A viso coperto” di Riccardo Gazzaniga

di / 11 aprile 2013

«Robi sta facendo l’amore con Laura […] Enrico parcheggia la macchina incazzato e pieno di voglie […] Fabio Poggi è sdraiato a letto e guarda un film sul suo computer […] Nicola dorme nel suo letto matrimoniale vuoto per metà […] Lupo guida verso casa sotto l’effetto di alcol, coca e violenza […] Ferro nonostante il servizio a Piacenza, la fatica e il freddo ha un’ospite a casa […] Marione è andato a dormire dopo la corsa serale […] Lisca rientra a casa a piedi, un po’ bevuto […] Lollo è con Clara in un pub […] Ale dorme e sogna».

Istantanee di vita quotidiana in una fredda notte di gennaio a Genova. Destini che si intrecceranno nel volgere di poche ore. Esistenze che cambieranno per sempre. Eppure basterebbe così poco e gli eventi prenderebbero  un’altra piega. Enrico finalmente coronerebbe la sua notte di sesso tanto desiderata, Marione non si troverebbe di fronte ad una scelta crudele, Lisca non sarebbe sotto i ferri tra la vita e la morte, Fabio Poggi non metterebbe a rischio il suo matrimonio e Ferro e Ale il loro posto di lavoro. Ma qui non stiamo parlando di individui qualsiasi.  Qui stiamo parlando di persone «a viso coperto», di celerini e di ultrà, di uomini che convivono con l’adrenalina. Due mondi contrapposti eppure così simili. Individui che si esaltano nella lotta, nel corpo a corpo. Neanche le persone vicine riescono a capirli davvero fino in fondo. A volte persino loro hanno mille dubbi. Del resto i celerini in fin dei conti  sono «quelli che picchiano la gente». Anche il sovrintendente Nicola, col tempo, sembra essersene convinto e rassegnato. Si sforza di definirsi «professionista della sicurezza». Ma ormai sa che «si tratta solo di accettarlo e smetterla con le seghe mentali». E così Elisa, la ragazza di Gianluca. Neppure lei capisce perché il suo uomo lo faccia: «Voi siete solo delle pedine, non sapete nemmeno perché ci andate, vi mettono lì vi dicono quello che dovete fare e poi andate a prendere o dare le botte, senza capirci nulla».  Anche Ale, un ultrà ha dubbi. Si sente in colpa: «Non si può rischiare la vita per un cazzo di striscione». E pazienza se nel gruppo hanno accettato il fatto che le cose possano andare male a prescindere. «A prescindere da cosa? Dalla vita? Dalla logica? Dall’essere adulti? Dal fatto che queste sono solo cazzate?». Eppure qualcosa lo spinge a non fermarsi.

Riccardo Gazzaniga, 36 anni, è un poliziotto anche se a guardarlo, con i suoi due orecchini e  quella barba da studente universitario fuoricorso, non lo si direbbe mai. Men che meno si sarebbe portati a pensare che  sia un sovrintendente del Reparto Mobile di Genova Bolzaneto (nome che dopo i fatti del G8 del 2001 mette i brividi solo a sentirlo pronunciare). Con i suoi uomini era presente il 12 ottobre 2010  (ma non a Genova nel 2001) quando, durante la partita di Calcio fra Italia e Serbia a Marassi, a causa dei disordini causati dagli ultrà della squadra ospite, è stato interrotto l’incontro e ci sono stati scontri con le forze dell’ordine. Insomma, è un «celerino che picchia la gente».

Fortunatamente però Gazzaniga si dimostra essere, grazie al suo romanzo di esordio A viso coperto (Einaudi Stile Libero, 2013), anche un eccellente scrittore. Vincitore del Premio Calvino 2012, A viso coperto tiene infatti il lettore inchiodato dall’inizio alla fine grazie a un ritmo serrato e a una trama avvincente che intreccia le vite di celerini e ultrà in una fredda settimana di gennaio a Genova. Scontri violenti, dialoghi crudi. Ma anche una storia di amicizia e solidarietà di gruppo. E di scelte difficili. «E se ti chiedessero di un collega? Se per salvarti dovessi accusare un collega cosa faresti?».  

Lunedì 8 aprile 2013 ore 19.  Mentre scrivo queste righe i Tg  All News  passano un’ultim’ora: a Roma, prima del derby, sono in corso scontri tra ultrà delle opposte tifoserie e le forze dell’ordine hanno iniziato a caricare i violenti. Alzo il volume  e fisso le immagini. Vedo i volti coperti dei celerini e degli ultrà e per un attimo, dietro quei caschi blu e quelle sciarpe, immagino Fabio, Nicola, Lupo, Ale, Marione e tutti gli altri. Chi sa se qualche esistenza staserà cambierà per sempre.


(Riccardo Gazzaniga, A viso coperto, Einaudi Stile Libero, 2013, pp. 544, euro 19)

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