“Vita, morte e miracoli”: a tu per tu con Roberto Mandracchia

di / 3 aprile 2014

Venite a visitare Retolo, l’ultima creazione di Roberto Mandracchia! Fra le attrazioni principali un cimitero a forma di fica, personaggi da bar e ad animare la situazione una new entry: la mistica Nunziatella Levo.Illuminismo contro superstizione nel più tipico paesino del sud Italia, scegliete pure da che parte stare in Vita, morte e miracoli, edito da Baldini & Castoldi.


Mi sono affezionata molto al clochard ex sindaco Orghenzi, mi daresti qualche sua notizia recente? Sono preoccupata.

Temi forse che possa di nuovo gettarsi nell’arena politica? Puoi star tranquilla perché non ci pensa neppure. Almeno fino a quando ci sarà qualcosa da bere in giro.


Tutta la mia stima per aver inventato un dialetto. Ulteriore curiosità tecnica di scrittura: perché hai eliminato le virgolette dai discorsi diretti?

Ti ringrazio. Ho eliminato le virgolette dai discorsi diretti perché non le ho mai sopportate granché da un punto di vista estetico (potrebbe apparire una spiegazione da matto ma non posso farci nulla). Avevo già iniziato in Guida pratica al sabotaggio dell’esistenza, il mio primo romanzo, anche se in una forma volutamente ancora ibrida: a volte le virgolette erano presenti, a volte no. Volutamente perché doveva essere un romanzo confusionario che parlava del caos che si può venire a creare quando dall’adolescenza passi a un surrogato di vita adulta, quando insomma varchi la linea d’ombra.  


Fra vita, morte e miracoli hai inserito un cimitero a forma di fica e la mistica Nunziatella Levo. Le edizioni Paoline stanno studiando il tuo caso letterario, ti senti osservato? Cosa hai da dire in tua difesa?

Che per chi scrive non dovrebbe esistere nulla di sacro, nulla d’intoccabile. Per tutto il resto, c’è Paolo Brosio.


Dal divino Otelma a Giucas Casella, qual è il tuo mistico preferito?

Non dimenticherò mai gli ultimi metri percorsi da Giucas Casella sui carboni ardenti. Quell’urlo quasi disumano.


I paesi dimenticati da Dio come Retolo ce li porteremo sempre dentro. Io, per esempio, non fischio mai in pubblico che verrei considerata una baldracca. Tu quale insegnamento porti con te?

Avevi la stessa madre di Canio Calicchia? Con me porto un insegnamento prezioso: dopo aver mangiato aspetta un po’ prima di fare il bagno, altrimenti rischi la congestione. Ricordo ancora il terrificante exemplum raccontato dalla nostra maestra delle elementari: la morte di un bambino incauto descritta fin nei suoi minimi, terribili dettagli. E la faccia gli era diventata blu, disse a un certo punto. Benvenuta, paranoia.


Con Vita, morte e miracoli volevi far ridere?

Ai tempi di Guida pratica mi dicevano che leggendolo scappava loro da ridere e io pensavo sempre che non avessero capito una mazza. Invece ero io a non aver capito una mazza di come scrivo e con Vita, morte e miracoli credo di aver fatto un po’ più di chiarezza sul fatto che nel grottesco il confine tra il dramma e la commedia è un meraviglioso colabrodo.


(Roberto Mandracchia, Vita, morte e miracoli, Baldini & Castoldi, 2014, pp. 176, euro 10,90)

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