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Cinema

“Scialla!” di Francesco Bruni

di Rita Della Pietra / 1 dicembre

Scialla! è il primo film diretto dallo sceneggiatore Francesco Bruni ed è risultato vincitore del premio Controcampo Italiano all’ultimo Festival di Venezia. Il film è una commedia che non ha nelle corde il semplice intrattenimento dello spettatore, puntando a mostrare in maniera realistica il modo di essere di molti adolescenti contemporanei.

Luca (l’esordiente Federico Scicchitano), per evitare la bocciatura scolastica, va a ripetizioni private da Bruno, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, ex-professore che lavora come ghostwriter per i personaggi famosi, tra cui Tina, ex pornostar che gli affida il compito di scrivere la sua biografia. Una sera Marina, la madre di Luca, chiede a Bruno di ospitare il ragazzo per tre mesi, in quanto lei deve assentarsi per motivi di lavoro e quando Bruno le chiede il perché si stia rivolgendo proprio a lui, la donna gli rivela che Luca è suo figlio, ma gli chiede di non dirgli la verità.

Da qui inizia la convivenza fra i due, convivenza che Bruno si trova a dover gestire inizialmente con difficoltà, ma che sarà utile a costruire, giorno dopo giorno, il rapporto fra i due. Entrambi finiranno con lo scoprirsi e rivalutarsi personalmente: Bruno diventerà meno dimissionario nei confronti della vita e Luca, oltre a cercare, seppur inizialmente costretto da Bruno, di impegnarsi di più a scuola, capirà l’importanza di non correre dietro a certi miti adolescenziali, come quello del gangster che sa come farsi rispettare.

I personaggi di Scialla! sono descritti in maniera completa, senza concedere molto agli stereotipi, esempio perfetto è il personaggio di Tina, interpretato da Barbara Bobulova, attraverso la quale viene messa a nudo la fragilità di chi ha dovuto far fronte da sola a tante difficoltà, andando quindi oltre la superficiale immagine della pornostar disinibita.

Il film è allo stesso tempo intelligente e divertente, riesce ad alternare comicità e riflessione, anche se a volte inserisce elementi un po’ surreali, utili però allo sviluppo della trama, che non scade mai in banalità o in eccessi di buonismo.