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Libri

“Prima dell’apocalisse” di René Girard

di Matteo Chiavarone / 17 giugno

A quasi dieci anni dall’attacco alle Twin Towers si torna a parlare dell’Undici Settembre (e delle trasformazioni planetarie che, direttamente o indirettamente, ha provocato) in un volume interessantissimo, edito dalla ri-nata Transeuropa, chiamato Prima dell’Apocalisse. Sul volume troviamo come autore René Girard anche se, in realtà, dell’antropologo e pensatore francese è il protagonista soltanto di uno dei due documenti, un’intervista rilasciata a Robert Doran presso la casa di Stanford, che compongono il libro (l’altro è una riflessione dell’epistemologo Jean-Pierre Dupuy).

Girard cerca di trovare una spiegazione a quel crogiolo di implicazioni (culturali, politiche e sociali) che hanno caratterizzato l’ultimo decennio e lo fa partendo proprio dalle macerie di Ground Zero. Ancora una volta si torna a parlare di religioni – cristiana e musulmano – cercando di riportare la prima al centro del pensiero occidentale. Ciò che sta accadendo oggi è la conseguenza di un’azione antisacrificale prodotto dal cristianesimo nei secoli. L’apocalisse biblica non deve essere intesa con termini arcaici: l’uomo ha in sé un potenziale quasi divino di autodistruzione. Le sorti del pianeta sono nelle nostre stesse mani e dobbiamo cercare di fare in modo che il conflitto odierno con i fondamentalismi islamici non assuma connotati ancora più distruttivi per quel residuo di logica sacrificale che sta emergendo in molte parti del pianeta.

Anche Dupuy porta l’attenzione su un’apocalisse, questa volta ambientale ma comunque sempre diretta da “mano umana”. Il suo procedimento filosofico, di natura epistemologica, analizza la dimensione di incertezza che stiamo vivendo. Dobbiamo vivere con una certezza, quella che il dramma sia già di facto accaduto. Non dobbiamo aspettare ma, con una forma illuminata di catastrofismo, prevenire la “distruzione” osservando il nostro tempo con gli occhi di un futuro possibile, e prevedibile, in cui l’apocalisse, appunto, è già realmente accaduta.

In entrambe le visioni, speculari ma comunque pessimistiche, c’è un invito che giorno dopo giorno appare sempre di più inascoltato. E questo fa davvero rabbia.