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Cinema

“Ogni maledetto Natale” di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo

di Francesco Vannutelli / 28 novembre

È il tentativo di sfidare il cliché del cinepanettone, Ogni maledetto Natale, ultimo film di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, già ideatori, sceneggiatori e registi del Boris televisivo e cinematografico. Stesso linguaggio, stessa irriverenza, questa volta però messi al servizio della distruzione della tradizione natalizia italiana per eccellenza: il pranzo di famiglia.

Massimo e Giulia si conoscono pochi giorni prima di Natale. Scatta immediato il colpo di fulmine. Passano tre giorni assieme senza separarsi mai, lei lo invita alla cena della vigilia dai suoi genitori, nella Tuscia. Lui è titubante e alla fine accetta. Si trova immerso in una realtà rurale protoumana, in cui la tecnologia è un miraggio lontano e i computer sono chiamati “bestie” e messi in palio nella riffa di paese. Nessuno della famiglia di Giulia capisce quale sia il lavoro di Massimo, che si occupa di microcredito e viene scambiato per un tossico in libera uscita dalla comunità. Eppure lui sopporta tutto per amore, dalle liti di famiglia alla caccia al cinghiale, finché non esplode sotto le provocazioni e gli insulti, litiga con Giulia e se ne va. Raggiunge la sua famiglia per il pranzo del venticinque, e la realtà è completamente diversa. La famiglia di Massimo Marinelli Lops è una delle più importanti d’Italia, ma non per questo più normale ed equilibrata di quella di Giulia.

È debole sotto tanti aspetti, Ogni maledetto Natale, soprattutto nella sceneggiatura. Lo spunto di partenza – il colpo di fulmine – è poca roba. Lo sviluppo conseguente della trama sentimentale di Massimo (il televisivo Alessandro Cattelan, in un discreto esordio) e Giulia (Alessandra Mastronardi, quella dei Cesaroni e poi della serie Romanzo Criminale) non si preoccupa di svilupparsi in maniera logica e coerente – come fa Giulia a raggiungere casa Marinelli Lops che non sa dove sia, per dire –, concedendosi la libertà di tralasciare le spiegazioni.

Il punto è che la trama è solo un pretesto per Ciarrapico, Torre e Vendruscolo per mettere insieme un film che fa della follia il suo elemento di vera forza. Quello a cui i tre registi e sceneggiatori volevano arrivare era far scatenare il loro ampio cast e lasciarlo libero di giocare con il proprio talento. Una volta messi insieme attori come Valerio Mastandrea, Corrado Guzzanti, Marco Giallini, Francesco Pannofino e Laura Morante, tra gli altri, l’idea era che il resto sarebbe venuto da sé. E infatti funzionano tutti, e tutti ottengono l’effetto voluto, che è il divertimento del pubblico. Un divertimento che scaturisce da un umorismo che non si preoccupa di essere politicamente corretto, che anzi gioca con il rischio dell’insulto nella descrizione stereotipata del burino dell’Alto Lazio e della comunità filippina di casa Marinelli Lops, con il capo cameriere Benji che sembra l’incrocio tra il filippino di Marco Marzocca e il signor Yunioshi di Mickey Rooney in Colazione da Tiffany. L’elemento comico viene fuori proprio da queste estremizzazioni, da questo sfidare il limite anche del buon gusto, ed è un bene che nel cinema italiano si provi ancora, di tanto in tanto, a uscire dal solco ormai consolidato delle infinite commedie tutte uguali che si ripetono ogni mese al cinema.

Ogni maledetto Natale non aggiunge niente allo stremato filone della commedia sentimentale, aggiunge tanto all’idea di una comicità nuova giocata sulla follia. Una comicità che non si mostra intelligente senza però essere puramente demenziale, che attinge al turpiloquio senza diventare volgare. Per riuscirci, Ciarrapico, Torre e Vendruscolo sono ricorsi a un espediente semplice ma pienamente efficace: le due famiglie, così diverse e distanti, sono interpretate dagli stessi attori che si sdoppiano in ruoli quasi opposti, che giocano con differenti tipi di stereotipi e incarnano due differenti tipi di assurdo.

La descrizione satirica di due realtà familiari che non hanno niente in comune assume quindi i connotati del grottesco. A ogni latitudine sociale corrispondono diversi tipi di fissazioni. Per la famiglia di Giulia, saper giocare a spurchiafiletto è fondamentale, così come la massima aspirazione della vita non può essere che diventare sindaco del paese. Per i Marinelli Lops, con la polizia in casa per un incidente, non c’è cosa più importante di decidere se procedere comunque con il pranzo o destinarlo alla beneficenza, assieme a tutti i regali. Ovviamente, è la doppia prova degli interpreti a fare una buona parte del lavoro.

Se si accetta l’idea, se si accetta l’anarchia comica di Ogni maledetto Natale, allora non si può fare a meno di apprezzarlo. Se continuano così, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo smetteranno in breve tempo di essere etichettati, sbrigativamente, come “quelli di Boris”.

(Ogni maledetto Natale, di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, 2014, commedia, 95’)