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Il 2017 In Musica

di Redazione / 12 gennaio

Il 2016 è stato un anno nefasto per il mondo musicale, ma allo stesso tempo ci ha regalato tanti ottimi album che hanno evidenziato il buonissimo stato di forma del pop e del rock. Il 2017 si preannuncia ricco di novità e di grandi e graditissimi ritorni (National, Arcade Fire e Baustelle su tutti), alcuni dei quali davvero insperati (Slowdive). Ecco qui le uscite da segnalare in agenda:

 

 

Arcade Fire – Uno dei più attesi lavori dell’anno è l’ultima promessa artistica degli Arcade Fire, enfants prodiges canadesi e statunitensi che, dopo Reflektor, si sono guadagnati la benedizione della critica mondiale. Nessuna traccia ancora ad anticipare lo stile e l’approccio del nuovo album, ma sarà difficile vederli uscire dal binario indie-pop che ne ha segnato l’intera carriera. (Senza titolo. Data da definire).

The National – Il tempo e la cura richiesti per la creazione di un album costituiscono uno dei motivi per cui i grandi artisti meritano un appellativo del genere. I National, raffinati professionisti del rock indipendente, sembrano aver cavalcato l’onda di una sorta di creatività riflessiva che ha caratterizzato recentemente l’approccio di gruppi come Radiohead e Bon Iver. Durante i quattro anni di attesa, il gruppo di Matt Berninger si è trascinato dietro un enorme carico di aspettative. Qualche mese fa, il leader della band ha rivelato che l’album sarà il più cupo di tutta la loro carriera e che tratterà delle difficoltà intrinseche del matrimonio. Voci di corridoio prevedono l’ennesima svolta elettronica in arrivo. Staremo a vedere.

Baustelle – Se c’è un gruppo in Italia che si staglia sugli altri, quello è sicuramente il trio composto da Bianconi, Bastreghi e Brasini. Con fantasma avevamo iniziato a familiarizzare con dei Baustelle non più devoti all’adolescenza, ma impegnati in tematiche e sonorità più adulte. L’ascolto del singolo, Amanda Lear, che ha anticipato l’uscita del nuovo album, rinnega quello che sembrava essere diventato l’approccio definitivo della band. (L’amore e la Violenza: Data di uscita, 13 Gennaio).

Sun Kill Moon – Un altro album, un’altra esperienza visiva per Mark Kozelek, che dopo la creazione dell’acclamatissimo Benji e di Universal Theme, torna a ripromettere le sue atmosfere folk mistiche che hanno caratterizzato il suo tradizionalismo contemporaneo, incantevole marchio di fabbrica dell’ex Red House Painters. Già il titolo del nuovo album rimanda a universi cinematografici da lui già battuti (come nella collaborazione con Sorrentino nel suo Youth). (Common as Light and Love Are Red Valleys of Blood. Data di uscita da definire).

Depeche Mode – Reduci da Delta Machine, tentativo tutt’altro che memorabile di un ritorno in scena, la band di Basildon, ormai agli sgoccioli di una lunga carriera, va alla ricerca della perduta gloria con una nuova uscita. I Depeche Mode, forti di uno storico e appassionato pubblico, accopagneranno il disco con un tour che a Giugno toccherà anche iMilano, Roma e Bologna. (Spirit. Data di uscita da definire).

The xx – Riusciranno i The xx a smentire finalmente la convinzione andatasi a creare intorno a loro che vede il mito più grande della realtà artistica? L’occasione di ritrovare uno statuto di credibilità profonda arriva con I See You, in uscita oggi stesso. Si capirà se il mix di indie, elettronica e dubstep sfiora ancora e soltanto il fenomeno mediatico o arriva a toccare livelli più elaborati. (I See You. Data di uscita, 13 gennaio).

Slowdive – Tra tutti i ritorni di quest’anno, quello degli Slowdive è sicuramente il meno aspettato. Tra i pilastri dello shoegaze (e quando pensiamo a loro non possono non venire in mente gruppi che sembrano appartenere a un altro universo musicale rispetto a quello attuale come i Pale Saints, i Ride o i My Bloody Valentine – questi ultimi hanno prodotto MBV ventuno anni dopo il loro capolavoro Loveless), la band di Leeds si troverà catapultata in un’era dove la geografia musicale sembra dirigersi anni luce di distanza rispetto alle sonorità di Just For a Day, ed è per questo che sarà interessante capire cosa accadrà ai loro riverberi che oggi sanno di mitologia. (Senza titolo. Data di uscita da definire).

Queens of the Stone Age – Con Songs for the Deaf, la band americana si impose come uno dei fenomeni di inizio millennio, attraverso il loro suono grezzo e allo stesso tempo di gran classe. Ora Johns Homme e compagni dovranno riuscire a dare continuità al loro predecessore …Like Clockwork e, dopo il non riuscitissimo Eva Vulgaris, cercare di confermarsi ancora una volta paladini di un genere, lo stoner, che li vede da quindici anni ancora assoluti protagonisti. (Senza titolo. Data di uscita da definire).

U2 – Nessuno, o quasi, credeva davvero che Donad Trump si insediasse alla Casa Bianca, tanto meno Bono. L’album sarebbe dovuto uscire quest’anno ma, a causa di incongruenze tematiche con l’assurdità dei fatti, la band ha deciso di ritirare l’uscita del lavoro e rimandarla a data da destinarsi. Non che dagli U2 del 2000 ci si aspetti più chissà quale innovazione artistica, ma quantomeno è apprezzabile un certo rigore morale. (Songs of Experience. Data di uscita da definire).

In Italia, oltre ai già citati Baustelle, da ricordare il ritorno di Brunori Sas con A Casa Tutto Bene, e quello di Edda con Graziosa Utopia. Inoltre, bisognerà fare particolare attenzione – perché se ne parlerà sicuramente, quantomeno come fenomeno mediatico, visti i precedenti Calcutta e Pop X – alla nuova scommessa di Bomba Dischi, Giorgio Poi, che, stando al singolo “Tubature”, sembra accodarsi in tutto e per tutto all’estetica della casa discografica romana.