Flanerí

Libri

Tre monologhi contro i mali del totalitarismo

“Germania, Germania!” di Felipe Polleri

di Alessio Belli / 27 settembre

Quando sfogliamo un libro quali sensazioni speriamo susciti in noi? Empatia, rabbia, paura, commozione sono alcune delle sfumature in cui ci possiamo imbattere quando l’opera davanti ai nostri occhi è ben fatta. Di solito, quando il lettore si imbatte nelle prime pagine del romanzo, spera di essere coinvolto nella vicenda ed essere trasportato nell’universo raccontato nella maniera più coinvolgente e gradevole possibile. Quanti sono invece i lettori che prediligono essere spiazzati e scossi da un libro? Se siete in quest’ultima categoria Germania, Germania! di Felipe Polleri (Edizioni Arcoiris, 2016) è l’opera perfetta per voi.

Felipe Polleri è uno scrittore uruguaino facente parte della corrente dei Raros (gli eccentrici, gli strani, tradotto nella nostra lingua): un movimento letterario che la critica fa iniziare con i lavori di Lautréamont (anche se molti di questi furono scritti in francese) e che comprende altri nomi illustri come Horacio Quiroga, Felisberto Hernàndez e Mario Levrero. Attivo dagli anni ’80 Polleri si impone a suon di romanzi come una delle voci più visionarie e allucinate della corrente, diventando poco a poco un nome di culto sia in America che in Europa. Come altri colleghi sudamericani – penso a Bolaño e Onetti – tutta la produzione di Polleri può essere concepita come un unico grande romanzo, in cui temi e ossessioni vengono trattati e collegati tra loro in ogni lavoro. Cosa caratterizza lo stile di Polleri? Per rispondere dobbiamo tornare alla riflessione di inizio articolo, poiché le vicende narrata dello scrittore e il modo in cui vengono esposte hanno il potere di scuotere davvero il lettore. Non c’è trama, sviluppo, scansione in capitoli: solo torrenziali monologhi di personaggi a dir poco incredibili. Presentiamoli.

Il primo è lo scrittore-assassino zoppo Christopher Marlowe (o William Shakespeare?), legato e ossessionato dalla figura di Winston Churchill. Poi appare Parsifal, figura descritta in maniera eccelsa dal nostro Polleri: un essere storpio che si muove su due gigantesche grucce usate anche per decapitare e straziare le sue vittime. Professione? Burattinaio. Infine ecco Antoine, autore del censurato e alquanto inquietante libro Grande saggio sul funzionamento della macchina. Cosa hanno in comune? L’incombente presenza del Nazismo, della sua follia, del suo male, del suo dolore.

Non aspettatevi linearità, la prosa con cui i protagonisti si confessano è delirante, allucinata, violenta, senza logica e fili conduttori. Il tempo si rincorre in un cerchio, un cane che si morde la coda, l’identità è devastata e l’unico incedere è scandito dalle azioni spesso brutali dei tre. L’unico filo conduttore è lo stile di Polleri, spesso anche visivo: parole importanti sottolineate e soprattutto le illustrazioni che accompagnano le confessioni dei tre attori. Bellissime, quanto forti, le immagini vicino ai discorsi sul Grande saggio sul funzionamento della macchina, che poco a poco ci appare come una grande antologia di tutti i crimini del Nazismo.

Procedendo con lettura, non si hanno risposte, ma si creano importanti domande (oltre le primarie, chi, dove, quando e perché?): siamo sicuri che Marlowe, Parsifal e Antoine siano tre persone diverse, o dimostrano le dissociazione della stessa mente? Hanno davvero compiuto quello che ci dicono, o stanno mentendo, falsificando il loro ruolo con la Storia?

Opera complessa e difficile, lontana dai canoni a cui siamo abituati, Germania, Germania! è però al tempo stesso un mirabile esempio delle potenzialità e dei livelli a cui può arrivare la scrittura (e la letteratura): un viaggio – spesso un incubo – in cui Polleri ci conduce con disarmante maestria. Lasciateglielo fare.

 

(Felipe Polleri, Germania, Germania!, trad. di Loris Tassi, Edizioni Arcoiris, 2016, pp. 220, euro 14)

LA CRITICA - VOTO 8/10

Romanzo emblema della corrente dei Raros, Germania, Germania! di Felipe Polleri è un romanzo unico e folle contro uno dei più grandi mali della storia dell’umanità, trattato come mai prima. Un’esperienza complessa ma consigliata a chi vuole uscire dai soliti schemi narrativi.