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Musica

PEOPLE Project: una pratica

con Justin Vernon, Bryce e Aaron Dessner, Sufjan Stevens, etc.

di Giada Ferraglioni / 20 giugno

«A volte alle grandi domande si risponde con semplici azioni. L’agire-insieme è la nostra risposta». Così si legge sul sito del Michelberger Music Festival, l’evento che si svolge ogni anno a Berlino. È lì che due anni fa, nell’agosto del 2016, Justin Vernon dei Bon Iver e Bryce e Aaron Dessner dei The National si sono incontrati per dare vita a PEOPLE – music for everyone. Non è solo la combinazione dei talenti a stupire, nomi che da soli rappresentano gran parte dell’eccellenza compositiva degli ultimi anni di musica indipendente. Le modalità di auto-definizione del progetto sono altrettanto avvincenti: PEOPLE si presenta al pubblico come un collettivo aperto, come uno spazio comune per creare nuove forme di vita e arte: «Being able to ride through this life, making decisions and changes. It’s in our hands».

Nella settimana tra il 12 e il 20 agosto, centosessanta artisti, noti e non, si riuniranno nel Funkhaus, storica sede radiofonica dell’ex DDR (Repubblica Democratica tedesca), per creare «nuovi materiali e arrangiamenti» in maniera del tutto autonoma e senza alcuno sponsor.

Perché PEOPLE oggi? Perché puntare su un’arte della partecipazione che rompa con l’escatologia dell’album? Perché, c’è da rispondere, è inevitabile. La lettura della produzione artistica come azione creativa è decisiva tanto quanto lo è la dimensione moltitudinaria della pratica – la togetherness. Fare arte è agire insieme. I grandi festival ne sono sempre stati la prova, da Woodstock all’Isle of Wight fino al Michelberger e all’esperimento del Terraforma a Milano. Avviene immediatamente: nell’orizzonte dell’incontro, la moltitudine produce. Produce occasioni, tensioni, slanci, tracciati affettivi, idee, produce effetti per il semplice fatto di essere tra gli altri. PEOPLE riconosce quest’istanza relazionale e inventiva dell’arte, e la ripropone come luogo ideale dell’essere umano, come l’unica situazione in cui le sue possibilità possono raggiungere i livelli infiniti che i grandi numeri mettono a disposizione.

Un esperimento collettivo che fa leva sulle potenzialità e sulle differenze di ognuno dei componenti, che le amalgama, e dalle quali fa nascere spontaneamente una forza produttrice, una potenza irriducibile di avanguardia. Di futuro. È un espediente che differenzia senza definirsi, che non conferma o delimita le istanze ma che al contrario spinge sempre più avanti. Si ripete costantemente nel PEOPLE Paper che rimbalza di sito in sito: «PEOPLE is non-hierarchical. It is produced and created by the artists, in full freedom».

Negli aut-aut del contemporaneo, PEOPLE si presenta come una presa di posizione radicale. Si muove per la distruzione dei confini e per la costruzione di nuove forme di connessioni a partire dagl’incipit che da sempre sospingono l’arte: «equalitiy», «togetherness», «independence», «abundance» and «care». Quando l’attualità si muove in una certa direzione, l’arte confligge, produce alternative di liberazione. Dove l’illusione della crisi spinge allo sciacallaggio e all’egoismo del si salvi chi può, nuove forme di collettivo ribadiscono che che ce n’è per tutti. E nascono ovunque, brulicanti, sempre.

Sono centosessanta i nomi di artisti che si contano a oggi sulla versione beta del sito (quella definitiva uscirà ad agosto in concomitanza con l’evento berlinese), e Sufjan Stevens, Matt Berninger e Brian Devendorf sono solo alcuni dei nomi presenti nell’elenco. Sarà possibile assistere alla manifestazione sia il 18 che il 19 agosto, tramite acquisto di biglietti direttamente sul sito di PEOPLE – fondi che andranno a contribuire alla riuscita del progetto, in piedi grazie all’autofinanziamento.

Dal sito: «We are a steadily growing group of artists, freely creating and sharing our work with each other and everyone. We call it PEOPLE. It was born of a wish to establish an independent and nurturing space in which to make work (generally around music) that is collaborative, spontaneous and expressive in nature and where all unnecessary distractions or obstacles that get in the way are removed».