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Oltre il muro di incomprensione

“Eccentrico”, il saggio di Fabrizio Acanfora sulla sindrome di Asperger

di Laura Porceddu / 8 ottobre

Quando nasci diverso ma non lo sai, passi tutta la vita con la convinzione di essere sbagliato, di dover modificare te stesso e adeguarti alle persone che ti circondano, perché loro sono funzionali e tu no. Troppo spesso è questo il pensiero che periodicamente si affaccia nella mente di chi è Asperger ma non sa di esserlo, perché nato in un’epoca in cui non c’era alcuna conoscenza per la neurodiversità, se non nei casi più profondi e invalidanti. Tuttavia per molti in età adulta, attraverso percorsi diversi, arriva il momento della scoperta della sindrome e della riscoperta di se stessi.

È questa scoperta, a volte quasi salvifica, che Fabrizio Acanfora racconta nel suo saggio autobiografico, Eccentrico (effequ, 2019), in cui ripercorre le difficoltà del passato alla luce della nuova diagnosi e presentando ai lettori una chiave per la comprensione di un mondo diverso e spesso frainteso.

Il racconto delle vicende personali offre all’autore lo spunto per descrivere il percorso interiore che le caratteristiche tipiche dell’Asperger e la diagnosi successivamente hanno determinato lungo tutta la sua vita. Il senso di smarrimento e quella lotta infelice per cambiare se stessi, destinata a fallire perché non si può cambiare ciò che si è, con l’illusione di essersi lasciati alle spalle alcuni problemi che poi riemergono con forza maggiore nei momenti più difficili. E il muro di incomprensione con cui si scontra un Asperger quando incontra gli altri, a partire dalla famiglia, dall’infanzia, ma continuando anche a scuola, a lavoro, nelle relazioni.

Anche la scoperta dell’Asperger però non è una passeggiata. In un primo momento si attraversa uno stato di euforia, in cui finalmente si spiega tutto, tutte le stranezze e le difficoltà che gli altri sembrano ignorare ma che per un Asperger sembrano così insormontabili. Finalmente ci si sente simili a qualcuno, gli altri Asperger, un gruppo di persone che per quanto diverse hanno molto più in comune tra loro che con gli altri: non ci si sente più così soli e incompresi, perché c’è qualcuno che capisce e che sente allo stesso modo.

Tuttavia la diagnosi pone anche fine alla speranza di poter cambiare e superare prima o poi quelle difficoltà. Ed è un’inesorabile verità che spaventa e atterrisce, una consapevolezza che va affrontata e, in un certo senso, superata. E così si arriva a un punto di equilibrio, perché avere una diagnosi permette di capire: la conoscenza è l’unico strumento per migliorare, risolvere i problemi, ma non nel modo in cui si sono sempre affrontati, bensì secondo una nuova prospettiva.

Il percorso umano descritto così bene da Fabrizio Acanfora permette di aprirsi a una visione della sindrome di Asperger non più incentrata sui deficit, sulle carenze, ma sulla diversità che in alcuni contesti è invalidante, ma in altri è una ricchezza e un dono. È una porta di connessione tra due mondi, che permette a chi la sindrome non la vive di comprendere il mondo Asperger, per superare quelle incomprensioni di cui troppo spesso sono schiavi gli aspie.

 

(Fabrizio Acanfora, Eccentrico, effequ, 2019, pp. 256, euro 14, articolo di Laura Porceddu)

LA CRITICA - VOTO 8/10

La scoperta della sindrome di Asperger permette di spiegare il proprio mondo, di chiarire tutto ciò che prima appariva inspiegabile e incomprensibile, e offre la chiave di volta a chi vuole conoscere e vive a stretto contatto con un aspie.